#121 -Nuovo mix-cd per i M.A.N.D.Y. [22-10-2006]

E’ stata pianificata per il prossimo 23 ottobre l’uscita di “At The Controls”, il nuovo mix-cd curato dal duo tedesco dei M.A.N.D.Y.. La londinese Resist Music non poteva certamente esimersi dal prendere in seria considerazione il grande fenomeno dell’electro-house che ha letteralmente contagiato l’Europa negli ultimi due anni e così ha deciso di affidare il nuovo volume di “At The Controls” proprio a chi può essere additato tra i principali fautori di questa branca. La scelta è giustamente caduta su Patrick Bodmer e Philipp Jung uniti dal 2001 nel progetto M.A.N.D.Y. e fondatori, assieme all’amico Dj T., dell’ormai celebrata Get Physical Music, tra le prime a diffondere l’electro-house. Sulla scia dell’ultimo tassello firmato dall’inglese James Holden, “At The Controls” ora prende colore dai ritmi basici scanditi da incitanti basslines e frammentarie linee melodiche. Ben ordinati in due cd’s, i 36 pezzi scelti dal duo tedesco mettono d’accordo i sostenitori della nuova dance elettronica europea, forse non completamente innovativa (bisogna tenere a mente che il minimal esisteva gi� nei primi anni novanta) ma indubbiamente stimolante e capace di spodestare stili più radicati come garage e trance. Gi� definito un prodotto ‘superbo’ dalla critica estera, “At The Controls” si presenta come il polo di interscambio tra musica da ascoltare sul divano e tools da ballare sotto le luci accecanti delle strobo: da “Tide” di Matthew Dear a “Smart Cats vs Dumb Dogs” di Jona, da “Collage” di Alex Under a “Michelle” di Dinky, da “In White Rooms” dei Booka Shade a “Sub Atomic” di Mathew Jonson passando per “India In Me” dei Cobblestone Jazz, “Share My Rhythm” di Lopazz, “Clean Break” dei My My e la ricercatissima “Who’s Afraid Of Detroit” della rivelazione Claude Vonstroke. Poi la sognante “I Feel Space” di Hans-Peter Lindstrøm, la fluttuante “Ichso” del cileno Ricardo Villalobos, l’oscura “Senorita Tristeza” dei russi SCSI-9 e lo spavaldo remix di “Assassinator 13” dei Chikinki firmato da Ruede Hagelstein. Una vera parata di musica moderna ideale per coloro che erano concordi nell’incoronare “Body Language” (che i M.A.N.D.Y. hanno firmato coi Booka Shade) come traccia dell’estate 2005 e la Get Physical Music la migliore label dell’anno.

-Hadamard “A Prelude To Destruction” (Bunker): decisamente tenebroso e preoccupante il titolo di questo nuovo appuntamento con la Bunker. Ideatore è Janko Bartelink che si dimostra ben presto un vero amante delle sonorit� oscure, quelle che confluiscono in “A Cold Start”, una sorta di ambient un pò più rozzo del solito, scandito da raspose linee di basso. Poi la dirty-electro dei ghetti americani in “At The C1000” e la techno psichica di “Prelude To Destruction” forse ispirata da un cervello in preda alle allucinazioni per lsd. Chiude “De Sloop”, una soundtrack ideale per un film drammatico, quello che in fin dei conti andrebbe bene per ognuna delle releases della pazza etichetta di Guy Tavares.

-Newcleus “Destination:Earth” (Deeplay Soultec): riportato sulle scene dal singolo uscito sulla tedesca Dominance Electricity, il team dei Newcleus riappare ora sotto la stella della piccola label svedese di Martin Brodin, la Deeplay Soultec. L’emergente label di Malmö ha pensato bene di tirar fuori dagli annali della musica elettronica lo storico progetto che si fece notare agli inizi degli anni ottanta con la hit “Jam On Revenge”. Questo emozionante full-lenght tiene in serbo rarit� nonchè inediti e versioni mai pubblicate prima d’ora, tutte ordinatamente raccolte cronologicamente. Da “Destination Earth (1999)” (composto nel 1981) a “Why”, da “Computer Age (Push The Button)” a “Jam On Hit” sino ad “Automan” (dalla quale è venuta fuori l’idea per la hit “Rhythm Is A Dancer” degli Snap!) e la futuristica “Space Is The Place”. Un disco che si riaggancia in modo diretto alla musica di Afrika Bambaataa e alla scena tipica dei primi anni ottanta, quella contraddistinta dai radioloni e dai balli acrobatici improvvisati ai bordi delle mega-strade statunitensi.

-Ortin Cam “I Love Techno 2006” (N.E.W.S.): è il dj-producer belga Tom Macoye alias Ortin Cam ad essere il prescelto per curare la selezione e il mixaggio della compilation ufficiale dell’evento svoltosi il 21 ottobre presso il Flanders Expo di Gent. Nessun compromesso con la musica modaiola del momento visto che a presenziare fittamente è l’impronta del groove, idolatrata sino a qualche anno fa ma recentemente messa all’angolo dalla più scheletrica minimal. A figurare sono i ritmi serrati di Peter Horrevorts, Deetron, Wink, Cave, Hardcell & Grindvik, Eric Sneo, Umek ed altri. Il belga non dimentica una manciata delle sue innumerevoli produzioni (“Need Love” e “Love Deluxe”) oltre alla bonus-track, “I Love Techno” (Anthem 2006)” composta appositamente per il progetto.

-Move D “Your Rolling Hills” (Compost Black Label): #014 per la Black Label ‘figlia’ di Compost che per l’occasione si fionda nel recupero delle sonorit� che un tempo caratterizzavano la dance. “Your Rolling Hills” è un vero mosaico costruito da tessere funky 70’s montate su un moderno sequencer (il taglia e cuci ricorda molto Bauchamp o Justice) mentre “Like I Was King” s’infila in meandri più oscuri e chicago. La rediviva acid torna a pulsare in “Horsin’ Around” raggiunta poi dalla pensosa deep-electro di “Silk Dub” che rende davvero difficile la vita a coloro che amano definire la musica a tutti i costi. Un Compost Black Label un pò diverso dal solito, che tiene a mente il retro ma che lo filtra attraverso metodologie innovative.

-Octogen “Cside E.p.” (Soma): a pochi mesi dal fortunato “Ligrgirl” Marco Bernardi ritorna nelle vesti di Octogen dedicandosi ad escursioni raccolte sotto la voce ‘deep techno’ che per l’occasione incorporano anche voci passate nel vocoder. “Cside” prende qualche spunto dalla cosiddetta ‘razor-sharp-electro’ filtrata attraverso la ciclicit� tipica di Detroit spostata poi nei circuiti progressive, deep e techno; il remix di Gianni Palazzo aka Osaka Ultras è modulato su una sequenziale deep-dub-techno che, in taluni punti, porta a pensare alla trance in voga nei primi anni novanta. Rivistazione più riuscita è quella di Silicon (quello apparso anche sull’olandese Frustrated Funk) che vira verso materie electroidi, cristallizzate da tonalit� acute e lasciate vibrare da ritmiche saltellanti e pads un pò melanconici. A chiudere è “Acieob”, interazione tra l’electro e il funk celata da un titolo apparentemente insignificante.

-Paul Nazca “Nice To Be Here” (BPitch Control): distintosi durante i primi anni del 2000 grazie a releases maggiormente vicine al mondo della techno, Paul Nazca (co-fondatore della Scandium Records insieme ad André Dalcan aka Ultracolor) fa ingresso nella famiglia BPitch Control. “Epémère” fa rivivere proprio la techno di qualche anno fa, quella imperniata sulle misure cicliche della detroit e penetrata da vibrazioni deep mentre la più modaiola “Juste”, cammina su movimenti di synth-line incastonati in una stesura sferica. Finalmente un BPC diverso che riporta la label di Ellen Allien ad una creativit� più visibile ed ammirevole.

-Aa.Vv. “ReCloned” (Clone): raccolta che raduna sotto di sè i migliori remix pubblicati negli ultimi anni, “ReCloned” mostra ancora il mondo della label di Rotterdam legata da un lato agli anni ottanta, dall’altro al modernismo attuale. Tra i tanti pezzi (scelti dall’honcho Serge Verschuur) quelli degli Unit 4 (Tiefschwarz rmx), Alden Tyrell feat. Nancy Fortune (Elitechnique rmx), Applegarden (Putsch ’79 rmx), Adult. (Carl Craig rmx) e Marcus Mixx (Legowelt rmx). C’è posto anche per due unreleased: “We Like Moroder” dei talentuosi Jupiter Black e “Little” di Alden Tyrell vs Pauli ritoccate rispettivamente da Divider (noto anche come Keen K con releases su Müller, Das Drehemoment, Starschnitt, Beautycase e l’italiana Nature) e il quasi dimenticato SYD che fece sporadiche apparizioni qualche anno fa sulla Viewlexx di I-F.

-Gavin Herlihy & Craig Torrance “So That’s What Happens” (Moodmusic): dopo il grande successo raccolto con “Machine Ate My Homework” entrato prepotentemente nelle playlists di Roman Flügel, Dj Hell, Tiefschwarz, Kiki, James Lavelle e Loco Dice l’inglese Herlihy torna in compagnia dell’amico Torrance con un pezzo che potrebbe (e dovrebbe) scuotere bene le dancefloors. Scandita da rintocchi ferrosi, la traccia si riempie in progressione tirando dentro di sè spunti electro-house, progressive-techno e progressive-trance. Sul lato b troverete il remix di Rajko ‘Isolée’ Müller, più scricchiolante e ‘palleggiato’, spesso intriso di arrangiamenti stellari nella parte centrale che lo fanno assomigliare ad un esperimento di tipo ambient ma con la cassa in quattro.

-Housemeister “Enlarge Your Dose” (Boys Noize): si chiama Martin Böhm ma i berlinesi lo conoscono meglio come Housemeister. L’estroso dj-producer (recentemente divenuto anche label manager con All You Can Beat) ora incide un album con cui sconfina gli stereotipi, si burla in modo assoluto delle mode e delle denominazioni (alle quali soprattutto qui in Italia si fa troppo spesso caso ed affidamento), e strabilia gli ascoltatori con qualcosa di irriverente e carico di humor come quello degli intro “Hello” ed “Hello Again”. Tracce più pensose (“Surprise, Surprise”, “Radio Traffic”) s’alternano a concetti più easy (“We Need The Rave” e “Smoke My Bitch Up” con cui canzona la hit dei Prodigy) raggiungendo un risultato altalenante tra sorrisi e segni di tristezza. Housemeister vola alto nel cielo grigio di Berlino a bordo di uno scooter dal quale lascia cadere il suo sound privo di ogni definizione. Techno, house, electro, minimal … sfido chiunque a posizionarlo in un segmento preciso senza paura di aver sbagliato.

-Tobi Neumann “Fliederlieder” (Cocoon): tradotto dal tedesco indica letteralmente le ‘canzoni dipinte di rosa’, un rosa shoking, attuale, modaiolo, che incontra il minimal e la deep-house rivista e corretta per i clubs dei giorni nostri. Si sintetizza così il contenuto del mix-cd di Tobi Neumann (da anni nel roster degli artisti Cocoon) che si lascia cullare dalla sobriet� e dalla dolcezza importata dalla deep-house e dalla più spigolosa minimal. Ad essere interpellati sono artisti come Sunpeople, Matias Aguayo, Alex Under, Femi Kuti, Thomas Melchior & Luciano, Dinky, Jacek Sienkiewicz, Anja Schneider & Sebo K e Cassy. Il tutto viene racchiuso in un package curatissimo che ricorda le confezioni di fine e dolce cioccolata svizzera. La stessa dolcezza che adesso contagia la musica elettronica rendendola più soft e malleabile rispetto a quella che si ballava ed ascoltava sino a qualche anno fa.

-Marco Bailey & Redhead “Mixed Cocktails” (MB Elektronics): decisamente differente rispetto a progetti del passato (in primis Soulwatcher) questo MB Elektronics #030 stipula l’accordo con la musica modaiola. “Shading The Freaks” conserva ancora qualche elemento dello stile groovy (beat e bpm) ma per il resto si assiste ad uno sfoggio di suoni e sequenze tipicamente trendy (di passaggio tra minimal ed electro-house attraverso glitches ed un basso continuo che a volte si fa oppressivo). Con “Aman” i due si avvicinano ancor di più alla moda del momento, una sorta di clickin’ house che inizia a peccare d’inflazione. Il business è business, sempre ed ovunque.

-Frequenzberater “Our Galaxy” (Psi City): dopo un periodo di silenzio torna a farsi sentire il team dei Frequenzberater formato da Carson Plug, Kato, Dj Replicant e Steven Tyrewhee. Il loro nuovo e.p. sbarca su Psi City, tentacolo maggiormente electroide del mondo creato da Anthony Rother, e snocciola quattro tracce. “Remember Me” porge una female-vox piuttosto inusuale in questo genere di electro primordiale che poi viene filtrata a dovere e rafforzata da spunti old-school (basso più ruvido ed aggressivo) dal portoghese Cisco ‘The Advent’ Ferreira (non nuovo all’electro visti i trascorsi come “Time Trap Technik” su Gigolo, “Light Years Away” su Electrix e “Houdinni” su Datapunk). Sul lato b “Our Galaxy” proiettata nella space-electro con classici vocoder e ritmi veloci alla Imatran Voima e “Calculated Funk” che reputo la più malata nonostante il disegno del basso ottavato reso piuttosto prevedibile dall’iperproduzione degli ultimi anni.

-Alex Tsiridis “Bouzouki Several/Ballpoint” (Gumption Recordings): fatta eccezione per Renato Figoli ormai entrato di diritto nel circuito dei big names internazionali, la label di Darmstadt continua a prediligere in modo evidente i debuttanti. Tra questi il greco Tsiridis che con “Bouzouki Several” (ispirato dall’omonimo strumento che rammenta il mandolino) trascina in un viaggio psichedelico scandito da risonanze metalliche e vari fx. Qualche scricchiolio in più lo si ritrova in “Ballpoint” stagliato intorno ad un bassline retro, synths distorti ed un tiro quasi subliminale. Un trip verso scenari del mondo classico, quelli col verde rigoglioso cresciuto sulle innumerevoli isole dell’arcipelago ellenico.

-Aa.Vv. “Bets’n’Bluffs” (Poker Flat): quinta compilation per la label di Steve ‘Bug’ Brugesch, tra le prime in assoluto a credere in un sound celato entro le misure di una house anticonformista che ha scardinato i suoi connotati storici per prenderne altri derivati da filoni paralleli (in primis l’electro e la techno per finire sull’ambient e sull’experimental). Oltre ai successi più recenti (“Poke Her Flat” di Argy, “Asanebo” di John Tejada ed “Always Something Better” di Trentemøller) in “Bets’n’Bluffs” potrete trovare diversi unreleased tra cui “Snapshots” di Martin Buttrich, “Alien Experiments” di Jamie Jones, “Onehundredandthree Eggs” di Steve Bug & Clè, “Asteroids” di Dan Berkson & James What e “Transmission” che segna la ritrovata collaborazione tra Guido Schneider e Florian Schirmacher, un tempo uniti nel progetto Glowing Glisses.

-Rule “Controller E.p.” (Lasergun): proveniente dalla Spagna, Rule incide un disco che esplora techno, funk e rumorismo. “Controller” pare proprio techno old-school, quella che abbiamo ascoltato sino agli ultimi anni dei novanta, rivitalizzata dai suoni di videogames arcade montati senza un filo conduttore ben preciso e determinato. E’ come se lo spagnolo volesse farsi guidare da un senso d’astrattismo, lo stesso che ritroviamo nella stesura di “Evolver”, posizionata in mezzo a cespugli di glitches e low-fi e sovrastata da hihats evidenti e classiche interferenze oggi divenute vere protagoniste nel ritmo. Spazio anche ad una terza traccia, “Purpurine”, che s’incanala ancor di più nelle materie dense e nebbiose della microhouse più mentale con cassa appena percettibile e flussi di suoni che in progressione prendono forma ed acquistano colori più nitidi.

-Anja Schneider “Back To Back” (Mobilee): è questa la prima prova su cd consegnata all’Europa dalla Mobilee, la giovane label (nata nel 2005) fondata dall’intraprendente Anja Schneider. E’ proprio lei che ha colorato il minimal di rosa e che ha (ri)portato alla ribalta sub-bass e synths cristallini. Il package consta di due cd’s: il primo verte sul meglio del catalogo (Sebo K., Exercise One, Sleeper Thief aka Audiofly e Pan Pot) mentre il secondo è un bonus mix ad opera della stessa Schneider che oscilla su esclusivi unreleased e remixes. Si segnala anche il lungo tour che la label ha organizzato per i mesi autunnali: l’Italia sar� toccata durante il prossimo novembre, precisamente il 18 al Tenax di Firenze e il 25 al Link di Bologna. In entrambe le occasioni a gestire la consolle sar� proprio Anja Schneider in compagnia di Exercise One.

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