Emerso clamorosamente nel 1999 con la hit mondiale “Kernkraft 400” prodotta assieme a Mooner Industries per un’allora emergente International Deejay Gigolo Records, Zombie Nation viene considerato oggi uno dei nomi più emblematici della scena electro-techno teutonica. Messa da parte l’iniziale propensione verso l’electro-punk (stile che venne affrontato nel primo album intitolato “Leichenschmaus”) Zombie Nation è riuscito a ritagliarsi una notevole popolarità grazie anche all’attività della sua label, la Dekathlon, che dal 2002 cerca di supportare nella migliore delle maniere la music-scene europea. Attivo anche come John Starlight, Zombie Nation ora approda su un dvd prodotto dalla Platik di Takkyu Ishino. Il progetto, che segue i precedenti dedicati a Ryukyudisko ed Alter Ego, s’intitola “Live At Wire” e ripropone le live-gigs del tedesco in occasione del grande evento estivo che si tiene dal ’99 alle porte di Tokyo. Nella prima parte, dedicata al Wire 2000, Zombie Nation, in coppia con Steril, incanta con un act ricco d’energia che viene fuori dalle ruggenti patches di pezzi come “C 64 Boncà “, “In The Pit”, “High-8”, “Walk Me Out”, la già citata “Kernkraft 400” e la fortunata “Blood Angels” (con la rispettiva “B.A. 2000 Origin), edita nel 2002 sotto lo pseudonimo John Starlight e forte di un successo a livello internazionale. La seconda parte è dedicata invece all’esibizione che ha visto il tedesco sul palco del Wire nel 2004: questa volta ad avvicendarsi sono pezzi come “Breaking The Law”, “Kyoto Protocol”, “Holy”, “Native Love” (cover del classico di Bobby ‘Divine’ Orlando) e “Souls At Zero”, unica a non essere eseguita live poichè montata sulla coreografia di Meisai. Tra maschere e curiosi costumi, il sound marchiato ZN continua a far impazzire il mondo.
-Aa.Vv. “Green & Blue” (Cocoon): il tunisino Loco Dice e il cileno Ricardo Villalobos, dj-residents del Green & Blue Open Air Party organizzato presso il Walsschwimmbad Obertshausen (Germania), vengono interpellati dalla Cocoon di Sven Väth per realizzare un mix-cd che faccia da tributo alla microhouse, movimento musicale che negli ultimi anni ha visto una crescita esorbitante. A diramare il messaggio fatto di essenzialismo ed assenza netta d’orpelli sono artisti come Pier Bucci & Pink Elln, Monne Automne, Konrad Black & Ghostman, Sasse, Kenny Dope Gonzalez, Robag Whrume, Donnacha Costello, John Tejada, Tim Xavier e molti altri.
-Ion “No Camera” (Klik Records): è l’ellenico Giannis Papaioannou a nascondersi dietro il progetto Ion che non passa inosservato alle orecchie della Klik di Atene. Tra tracce electronic-deep in 4/4 s’infilano anche esempi di ambient e jazz come “Today I Used Your Hair Balsam”, “Iris”, “No Camera” e “Pharos”. Per il resto si fronteggia con un ottimo elaborato di matrice deep che segue le orme lasciate dalla Kompakt di Colonia.
-Gigi Lav “Trance Essence” (Danger Zone): Luigi Magitteri alias Gigi Lav, di cui porto dietro l’ottimo ricordo per “To Get Lucky” (1999) e per varie collaborazioni coi Trance Generators, ritorna dopo un periodo di ‘riflessione’. Il gradito rientro in carreggiata avviene grazie alla label di Frank Vanoli (chi era un appassionato già negli anni ’90 capirà a chi mi riferisco) sulla quale appare “Trance Essence”, un pezzo che rivaluta in modo deciso il movimento hard-trance italiano che pare caduto nell’oblio. Sia con l’Executive Mix che col remix di Vanoli si tocca uno stile che non sfocia mai nel commerciale sebbene faccia leva su costruzioni classiche (break centrale e refreins in crescita). Ciliegina sul vinile è il remix 2005 di “The House Of House”, il classico di Yves De Ruyter (Bonzai docet) che torna a pulsare in modo positivo. Bentornato Gigi.
-Pj Doherty “The Voice” (Harlem Trax): #014 per la ‘sorella minore’ della Harlem di Steve Lawler: protagonista è Pj Doherty con una doppietta che irrigidisce lo stile sfociando in territori molto vicini alla techno. La title-track propone un ritmo progressive che si lega a dark-pads in saliscendi. Il groove si gonfia e si sgonfia per sfociare in una pausa addolcita dal caldo suono del pianoforte. “Tribute” invece mostra sfacciatamente un lato loopy dalla potenza spiccata ed accesa che lo potrebbe rendere perfetto in una selezione techno.
-Aa.Vv. “5th Anniversary Compilation” (Das Drehmoment): per festeggiare il quinto anniversario, Das Drehmoment Records (etichetta che si muove dietro l’omonimo negozio di dischi berlinese specializzato in musica elettronica) rilascia il primo volume di “5th Anniversary Compilation”. Il progetto (edito in una stretta limited edition) muove la sua attenzione su territori musicali organizzati su strutture electro-pop-retro firmate da Keen K, Kitbuilders, Mas 2008, Beta Evers, Datafreq, Imiafan ed altri. Per dicembre arriverà anche il volume 2.
-Steve Stoll “Exiled” (PS 08/107): tanti i ricordi legati alla sua Proper con la quale ha promosso il sound essenziale della techno nata nei primi anni ’90. I riferimenti al passato ora servono a ben poco visto che “Exiled” (prodotto assieme al guru dell’ambient Pete Namlook) ha un altra essenza fatta di suoni liquidi e gassosi. Le tracce, a volte paragonabili a geroglifici incomprensibili, rimettono in discussione lo stile di Stoll raffreddandolo e lasciando dietro un glorioso passato per un incerto futuro. Mille sono le copie disponibili racchiuse in un package che ricorda lo spiccato minimalismo degli anni ’90.
-Vernis “Bubble Bath E.p.” (Pocketgame): la piccola label tedesca di Maru & Comix nata nel 2001 è cresciuta ed oggi mostra un nuovo volto. L’amore per il formato picture-disc resta invariato ma in questo #008 si respira un’aria nuova e lievemente differente da quella che attorniava le precedenti releases. Il sid-style di Nitsch & Gleinser e Mario Fiebiger viene accantonato come la techno-pop di Markus Lange e l’electro-techno di Miguelle ed STR with Tim Tycoon. A rimanere a galla è un infuso techno-electro-house che avevamo assaporato col “Professional Killer E.p.” di Carsten Franke e che ora viene riproposto da David Keno alias Vernis, estroso producer reduce di apparizioni su Tussikoffer, Fabriquez Musique, Karate Klub e Voltage Musique. Modulazioni techno su bpm house attorcigliano anche il remix di Anders Trentemøller, il danese che negli ultimi mesi ha fatto impazzire l’Europa con uno stile non molto sofisticato ma furbo ed efficace da convincere anche i sordi.
-Aa.Vv. “Gold & Liebe” (Gold & Liebe): Henrietta Schermall in arte Miss Yetti raccoglie in una sola tornata il meglio del catalogo della sua Gold & Liebe. Lo stile che si viene a configurare miscela la techno con l’electro passando per itinerari tech-house ed ebm. Dopo tracce di Neolectric, Leon Sega e Mr. Kemi & Amox la bella dj sfodera il meglio della propria discografia sollevando perle ebm come “Ganz Nah” (remixata da Robert Görl, ex D.A.F.), “Hurt Machos Beat” e la potente “Obsessed” ritoccata da David Carretta. Per gli amanti del sound più soft invece consiglio “Diagnosis: Dark Passion” rivista nelle versioni di Peter Grummich e Björn Svin.
-Scuola Furano “Scuola Furano” (Riotmaker Records): Scuola Furano (Borut Viola e Lil Busolini) tornano in superficie grazie alla portentosa attività della Riotmaker di Udine alla quale si presentarono nel 2001 con degli strampalati demos. Nel loro full-lenght scorre il funk nel quale i riffs bruciano intensi accendendo fiammate di disko. E’ in “Golden Gate” che il combo tra funk e disco si delinea meglio giungendo ad un ideale coesione tra Patrick Hernandez e Giorgio Moroder. Lo spassoso puzzle si ritrova anche nelle partiture di “Chocolate Glazed” nella quale emergono rimandi a “Wake Up” degli Stop. A riecheggiare sono i suoni dei ’70 e degli ’80 riassemblati attraverso una pazza (ma mai nevrotica) tecnica che rende il tutto più unico che raro.
-Triola “Im Dubraum Teil 2” (Kompakt): prolifica come non mai la Kompakt di Köln raccoglie su vinile quattro remix di pezzi estrapolati dall’album “Triola Im Fünftonraum” che mostrava una scia piuttosto deep della musica elettronica. Questo stile non va certamente perso attraverso le rivisitazioni di Dettinger, The Modernist, Bus e Mikkel Metal che, pur muovendosi su segmenti dalle differenti velocità , non muovono l’attenzione dal baricentro di Kompakt ovvero quella ‘oniric techno’ sempre difficile da catalogare e descrivere a parole.
-Alexander Robotnick “The Dark Side Of The Spoon” (Creme Organization): ironizzando sul titolo del celebre pezzo dei Pink Floyd il toscano Alexander Robotnick (pioniere dell’italo-disco) approda sull’olandese Creme di TLR. L’Original è chiaramente ispirata dalla disco che imperversava tra la fine degli anni ’70 e i primi ’80, non eccessivamente pop ed orientata verso scenari deep. I remix sono due ed entrambi accomunati da una chiara vena retro: da un lato la smack-disco del finlandese Bangkok Impact e dall’altro la polverosa disco-house del norvegese Hans-Peter Lindstrøm. Il singolo anticipa, di qualche settimana, l’uscita del doppio mix “Krypta” che raccoglierà alcune gemme unreleased che l’autore italiano compose più di venti anni fa.
-Hardcell & Grindvik “Gainlane” (Drumcode): arriva anche su cd questo esperimento che la Drumcode di Adam Beyer ha promosso negli scorsi mesi attraverso l’uscita di cinque mix 12″. Ora si prelevano anche gemme del passato come “Armada”, “Gravity” e “Sugar Lush” alle quali s’aggiungono pezzi editi da altre labels quali Jericho, Stockholm LTD, Skunkworks, Primate e CLR. Il risultato è un viaggio percussivo molto veloce e tagliente realizzato attraverso l’ausilio di tre giradischi, ormai una tecnica ben più che conosciuta dai fanatici di questa techno tanto lontana dai canoni italiani.
-Aa.Vv. “Sacrifice Moderne” (Invasion Planete): la label ‘sotterranea’ mossa dai francesi Le Syndicat Electronique ritorna dopo un periodo di pausa con l’ennesima raccolta numerata ed iper-limitata. Sacrifici moderni compiuti da artisti europei come i tedeschi Ich Wollte Ich Könnte e Silent Signals seguiti dal francese Ottomas e dall’ungherese G.K. Agenda forniscono gli imput essenziali per viaggiare su onde minimal-electronic e frequenze analogiche. Solo per veri intenditori.
-Jörg Henze “Sub Station/Diamonds” (Antezenit): Antezenit, ‘sorellina’ della Zenit (label di punta del gruppo Elp) arriva a toccare il suo #028 proponendo, in modo un pò informale, due tracce estratte dal recente album di Jörg Henze (“Ash And Diamonds”). In “Sub Station” linee di rave-trance incontrano il gusto groovy (non esasperato) mentre nel rework di “Diamonds” ci si imbatte in un efficace esperimento electro-techno. Soltanto 500 le copie disponibili.
-Westbam “It’s Not Easy” (Low Spirit): un personaggio come Westbam può anche infischiarsene delle regole e, perchè no, anche dei voleri del pubblico. Prova lampante è questo singolo, estratto dal recente “Do You Believe In The Westworld”, che si avvale del contributo vocale di Aksel ‘Superpitcher’ Schaufler per riesumare atmosfere della piano house dei primi anni ’90. Il beat è poco pronunciato e non si rende ideale per le selezioni nei clubs. Un Westbam diverso insomma, più vicino allo stile da ascolto che a quello da ballo.
-Monsular “Disco 24 E.p.” (Tonsportgruppe): capita spesso che i dischi dalle idee vincenti arrivino dalle piccole labels e da autori generalmente poco esposti ai riflettori. E’ il caso del berlinese Monsular che, grazie al supporto della poco nota Tonsportgruppe, si fa avanti con due tracce che si pongono sulla linea di mezzeria tra electro, house, noize e sid-disco. La title-track (che adoro) è scandita da una voce femminile molto sexy che ricorda tanto la prima Miss Kittin, quella che spezzava i ritmi plasmati da The Hacker con timbriche sibilline che gli valsero la nomina di ‘reginetta dell’electroclash’. La traccia scorre via senza troppi fronzoli mettendo in prima linea suoni degli anni ’80 che, per l’ennesima volta, suggeriscono ottimi spunti agli autori del nuovo millennio.
-Max Leonidas “Parfums De Voyages” (Royal River Musik): a poche settimane dall’uscita di “Hotel Martinez” Max Leonidas ritorna con un nuovo album che affonda le radici in suoni, immagini e profumi. Dedicate a paradisi perduti nella natura e nel silenzio di altri tempi, le tracce dell’artista francese si lasciano dietro il grigiume del cemento per infilarsi in imbattibili scenari degni da documentario. La musica è lounge ed opera in parallelo con l’elaborato grafico (composto da ben 48 fotografie) che vi faranno viaggiare pur rimanendo fermi.
Electric greetz