Un’operazione analoga a quella della Dancefloor Killers (di cui vi parlai già in Electronic Diary #041) per aiutare chi ha perso tutto lo scorso 26 dicembre in Indonesia a causa del violento maremoto: questo il concept di "Tsunami Relief", la compilation ideata da Jay Haze e pubblicata su Benefit (sotto la direzione della Superstition di Amburgo). L’idea coinvolge diversi artisti internazionali che hanno dato la propria adesione al progetto senza chiedere, naturalmente, alcun compenso. Tra questi Richie Hawtin, Ricardo Villalobos, Wighnomy Bros., Freestyle Man, Andrè Galluzzi, Guido Schneider, Luciano, Märtini Brös, Ellen Allien, Dirt Crew, Sascha Funke, Steve Bug, Swayzak e molti altri ancora. Tutti hanno contribuito rilasciando delle tracce inedite finite per l’appunto in "Tsunami Relief" i cui proventi saranno donati agli orfanotrofi in Indonesia per dare supporto ai bambini rimasti senza famiglia.
-SKUGGE & STAVÖSTRAND "Humla" (Onitor Records): il lavoro degli scandinavi (che già godono di una forte credibilità all’interno della scena underground internazionale grazie ad una serie di releases apparse su labels del calibro di Force Inc., Mille Plateaux e Mitek), affonda le radici in un sound dub, seminale, a volte rumorista e cacofonico, freddo, intensamente digitale e fatto di melodie appena sbozzate. Voto di merito anche all’Onitor Records che da sempre promuove e sostiene i vani più nascosti dell’electro music.
-AA.VV. "Parkinkatu" (Stars): parte così il catalogo di questa nuova label finlandese che, come sembrerebbe, affronterà itinerari electronic-deep. "Parkinkatu" è il pezzo prodotto da un trio di tutto rispetto formato da Jani Lehto, Kari Alikoski e Tatu Metsatahti ‘prelevato’ dalla formazione dei Mr. Velcro Fastener. L’Original profuma di pura deep music mentre nel remix di Mesak riaffiora (ancora) l’ormai rediviva acid-house.
-WJH "Human Error" (Federation Of Drums): apparso più volte al fianco di Heckmann, il bravo W.J. Henze ritorna sulla tempestosa Federation Of Drums (giunta al suo #049) con un e.p. violento e perfettamente in linea con lo stile che spinge ormai da diversi anni a questa parte. Un connubio vincente nato tra i tools percussive-techno e le linee che ammiccano l’occhio (e l’orecchio) alla datata ebm stringe le tre tracce che calcano i territori di Wavescape con suoni che s’ingrossano e che sfondano le pareti di un groove tribal-tech.
-NIELS VAN GOGH "Bombs Away" (Fast Forward): il dj-producer che vanta un celeberrimo cognome ritorna con un pezzo che alle mie orecchie suona fin troppo commerciale. Scartata la Club Mix rimane la versione confezionata in Francia da Filippo ‘Naughty’ Moscatello che, fortunatamente, non si lascia abbindolare dall’easy-sound battendo la strada electro-retro tipica delle recenti releases nordeuropee.
-MARTYN HARE "Mindsweeper E.p." (Recycled Loops): il prolifico producer, autore di una lista impressionante di releases apparse su etichette come Holzplatten, Chance, Tremors, Emetic, Potential, Highball, Planet Rhythm e Tronic, propone un misto tra sonorità euro-trance e groovy. Nelle tre tracce presenti la potente techno tedesca, fatta ancora di loops ciclici, s’interseca a patches rave-trance che rammentano i festivals dei primissimi anni ’90. Dopo la riscoperta e la rivalutazione dell’acid-house potrebbe arrivare un’ondata di groovy-trance ??
-JOUINI "Unfaithful E.p." (Censored): abbandonata totalmente l’impronta italo-dance che la caratterizzava ai tempi dei suoi esordi, la tedesca Censored si butta a capofitto nel mercato electronic-house, ormai quello maggiormente inseguito dalla massa europea. Nella main-track si rivivono atmosfere tipiche di Black Strobe mentre in "Cryptical" il sound diviene più agguerrito.
-HOEL JAMES "Declic E.p." (Toys For Boys): secondo appuntamento per la neolabel belga Toys For Boys che mette le mani sull’extended-play di Hoel James, già apprezzato su Boxer. Il sound affrontato in quattro tracce spazia tra la minimal-house, l’electro e gothic sorretta da basslines che si aprono e chiudono a ventaglio su beats essenziali diretti e senza troppi fronzoli. Perfettamente in linea con quello che si ascolta oggi.
-WEISS MANNS "Captain Future Elettronico" (Space Disco): era già riapparsa nell’ormai lontano 1998 (mi riferisco a "The Final" di Phil Fuldner, remixata da un mosaico d’autori come Robbie Rivera, Novy vs Eniac e Dani König) ma ecco che, quasi per magia, torna con la stessa carica. E’ la soundtrack del celebre manga giapponese Capitan Futuro, con ormai 20 anni sulle spalle ma ancora tanta forza ed energia da spingere fuori dalle proprie melodie. Nelle cinque tracce di questo divertente picture-disc si riassapora l’intramontabile refrein abbinato ad un eccellente disko-funk dal fascino retro.
-AA.VV. "Raw And Rare" (Utils): quattro tools consigliati ai dj’s che amano il groove presenziano in questa mini-raccolta edita dalla label di Marky. Interpretazioni di una techno moderna ed improntata sulla velocità e sull’essenzialità delle stesure sono quelle di Brian Sanhaji (mente della Enable) Dj Mahatma (punta di diamante della Nerven), Asen Shama (la metà dei Vanguard) e del già citato Marky. Percussivo e rumoroso.
-ANDRE’ KRAML "Safari" -Kiki & Silversurfer rmx- (Crosstown Rebels): quella di Andrè Kraml è ormai una hit nei territori internazionali, incoraggiata dalla versione di James Holden e dai barriti di elefanti sparsi qua e là per la stesura. L’attenta Crosstown Rebels coinvolge ora Kiki & Silversurfer per un nuovo remix che ha il sapore future-house. Sul lato opposto trova spazio "Strange 2005" di John Spring, adorata da personaggi come Ivan Smagghe (leggi Black Strobe), Tiefschwarz e Craig Richards.
-AA.VV. "Audio Dj Mix Series Vol. 9" (Fine Audio Recordings): primo mix-cd per il celeberrimo dj-producer di Kalamazoo (Michigan) entrato nella leggenda della techno mondiale. La tracklist compilata porge un’assortita gamma di percussive-techno, spesso legata all’afro e alle sonorità tribal e samba. A rappresentarla sono Boriqua Tribez, Paco Osuna, Dj Preach, Gunjack, Basic Implant, Nitrosound, Kwass, Hertz e molti altri. Un viaggio all’interno della techno minimale contraddistinta solo ed unicamente da percussioni e grooves infuocati.
-ALEX VISCONTI "AV E.p." (Elettrica): interessantissimo lavoro questo che appare su Elettrica, division della storica Irma. L’italo-disco (realizzata con l’ausilio di un pioniere del genere come Fred Ventura) si colloca ora tra lo stile di Giorgio Moroder e quello di Playgroup. Una sorta di viaggio virtuale dagli ’80 al 2005 che si esplica nella migliore delle maniere nella meravigliosa "Who U R".
-THE VEGETABLE ORCHESTRA "Remix Trilogy -Volume Two- (Karmarouge): nuovo episodio per il progetto viennese che porta avanti il concept di trasformare i vegetali in veri e propri strumenti musicali. Ecco così assistere alla mutazione di carote, piselli e cocomeri in chitarre e batterie ed il radicchio in marimba e campionatore. Paragonabile ad una storia da fantascienza, The Vegetable Orchestra si avvale di remixer come Oliver Hacke e Basteroid, già affermati alfieri della nuova scuola di pensiero che ha trovato terreno fertile in quel di Köln.
-MARTIN PETER "A-C-A-B" (Antipop): graziosa produzione questa dell’Antipop, emergente label monegasca che così tocca il suo terzo numero di catalogo dopo le releases di Ambo e Jacktronix. I suoni sono quelli dell’electro-disco, a volte modulati su frequenze acide e cosparsi di un’impronta punky-reggae. Tre le tracce divertenti, utili e che emergono in un periodo come questo in cui molti dischi si assomigliano (troppo) l’uno all’altro.
-JAMIE DILL "Dark Structures" (Subsounds): un gradito ritorno per la belga Subsounds, nota negli anni ’90 per una serie di esperimenti tec(h)nologici d’alta classe. A differenza delle precedenti releases che hanno sempre battuto itinerari groovy questa di Jamie Dill punta tutto su una techno che rammenta l’old-school partorita per i raves agli inizi dello scorso decennio. 4 le tracce dirty-techno segnate dall’incedere di casse distorte e rese aguzze da un alto pitch.
-SASSE "Limited Remixes" (Mood Limited): quella che fino all’altro ieri sembrava solo un’utopia oggi è più che una realtà consolidata all’interno della scena musicale europea: è il binomio nato dall’unione tra elettronica ed house, reso evidente da questa coppia di remix voluti da uno dei maggiori esponenti del genere come Freestyle Man. Thugfucker si occupa di "Flame It" (che prende le sembianze acid-house) mentre Dave DK mette le mani su "Armored" dalla quale emergono esaltanti deep-chords uniti ad un impasto sonoro altamente semplicistico. La tendenza di oggi è proprio questa: essenzialità e semplicità.
-KNARZ "Knarz Classics" (AFU LTD): piattaforma fondata nel ’94 da Heckmann e rivelatasi ideale per l’allora emergente minimal-techno ed acid, la AFU si risveglia dal lungo torpore nel quale cadde nel 1998, facilitata ed incoraggiata dalla riconquista dell’acid-house che, mai come in questo periodo, sembra vivere una seconda giovinezza. Il primo episodio della serie contiene perle rare ed ormai introvabili (come "Tanzmachine" e "Kind Der Nacht") che ci aiutano a riscoprire il sound di ieri che può essere proposto, con fierezza, anche oggi.
-FISCHERSPOONER "Odyssey" (Capitol): gli occhi (e le orecchie) puntati su questo disco sono tantissimi: si è ansiosi di scoprire se l’elaborato di Warren Fischer e Casey Spooner sarà all’altezza del precedente "#01", uscito nel 2001 e reso indimenticabile dall’ancora attualissimo "Emerge". New-wave, electro e post-rock si fondono alla perfezione nelle 15 tracce inedite trainate dagli ottimi riscontri raccolti con "Just Let Go", primo singolo estratto e già on-air sulle tv musicali del mondo con un simpatico videoclip. Sono tornati.
-MARCO ZAFFARANO "Dazed & Confused E.p." (Pro-Am Records): altro graditissimo ritorno è quello del tedesco Marco Zaffarano, colonna portante della techno ed hard-trance durante gli anni ’90. Con questa doppietta (con la quale s’inaugura anche il catalogo dell’inglese Pro-Am), il produttore preferisce rimanere saldamente ancorato all’hard-techno, rumorosa e ‘dura’, ideale per coloro che amano le selezioni prettamente clubby.
-HARDFLOOR "Groupie Love" (Hardfloor Records): alle spalle vantano una discografia di lunghezza biblica ed un posto d’onore tra i più accreditati esponenti della techno contemporanea: sono gli Hardfloor, storico duo tedesco formatosi alla fine degli anni ’80 grazie all’intuito (geniale) di Oliver Bondzio e Ramon Zenker. Le tre tracce incluse in questo 12", estratte dall’album di prossima pubblicazione, ricalcano ancora lo stile che li ha resi celebri in tutto il mondo. Al posto del cuore i due avranno una Tb-303 …
Electric greetz