Adriano Canzian viene spesso ricordato per essere stato il primo italiano ad aver inciso la propria musica sull’International Deejay Gigolo di Hell, ai tempi in cui ciò avrebbe contato davvero. A dieci anni da “Pornography”, primo tentativo con cui l’artista iniziava il processo di personalizzazione/customizzazione della Techno intarsiata all’EBM, e a sette da “Metamorphosis” con cui quel percorso venne ulteriormente evoluto, Canzian riappare completamente padrone della materia, grazie all’esperienza maturata in questo arco di tempo. Accompagnato da Equitant ed Anna Patrini nell’intro e nell’outro, mette insieme una sequenza di brani-piroclasti in cui arde ritmo ed energia sonora. Da “Sleeplessness”, un filo spettrale e con inserti pseudo acidi, a “Sick Goats”, serrato in una morsa con bassi stroboscopici, da “Paranoia”, dove compaiono le voci fuori campo tipiche del Terence Fixmer prima maniera, ad “Endocrine System”, che si flette nelle battute sincopate. La musica di Canzian si è irrobustita ancora di più, non che in passato fosse flaccida o mielosa, ma pezzi come “Anorgasmy”, con scudisciate Acid/Bleep, “Screaming Into The Water”, col martellio degli hammer tipici dell’Industrial, e “Borderline”, non fanno altro che infondere potenza in un circuito sonico appetibile persino dai frequentatori dei Teknival. Su “Intervallo” ci si ritrova in mezzo ad una landa IDM, tra filamenti Noise, distorsioni, battiti impazziti di cassa e scheletri melodici dilaniati, ma si riprende presto a marciare con “Tangled Neurotransmitters”, “Confessions Of A Dangerous Mind”, “No Escape”, “The Hypothalamus Of A Crow” ed “Anesthetized Sheep”, in cui la Techno virata EBM viene sommata a sbilencherie 90s ravey decisamente febbricitanti. Masterizzato da Mauro Copeta degli Hard Ton, “Zombies” è testimone di come la Techno di Adriano Canzian abbia un effetto quasi allucinogeno e nel contempo sferri pugni con la potenza di un pugile follemente incazzato. [Giosuè Impellizzeri]