Più di qualcuno ha già indicato “Digital Solutions” come album dell’anno, definizione alquanto coraggiosa tenendo conto che il 2015 è cominciato da meno di due mesi. Spesso di fronte a personaggi come Atkins (o Giorgio Moroder, Aphex Twin e Richie Hawtin) si finisce col lasciarsi irrimediabilmente fuorviare dalla carica/rilevanza storica dell’autore più che dal contenuto intrinseco del disco stesso. Niente e nessuno toglierà al re dell’Electro di Detroit i suoi meriti, ma sarebbe un errore lodare ogni cosa da lui firmata solo in virtù di quel che è stato. Lungi da me stroncare questo (peraltro benvenuto) Model 500, ma non mi pare un disco rivoluzionario, almeno non nei termini in cui molti ne parlano. La partenza promette bene con “Hi NRG”, energico combo Techno/Funk in cui si assiste ad una jam session P-Funk dei Parliament di George Clinton metronomizzata su un ritmo battente quaternario, a rimembrare la corrente Hi NRG che dominò i primi anni Ottanta. Ancora P-Funk elettrificata in “Electric Night” (uno dei tre brani firmati insieme a Mike Banks), con strizzati interventi vocali che riportano al celebre Cybotron, per poi passare nell’Electro tersa di “Standing In Tomorrow” (anche questo concepito con Banks), a metà strada tra passato e futuro ma con scenari non troppo robotici. Su “Encounter” iniziano a sorgere i primi dubbi: le distorsioni skrillexiane su quel tappeto di Downtechno abbastanza anonimo la rendono la meno convincente di tutto il lavoro. Altro passaggio incolore è quello di “Storm”, una Techno un po’ troppo sbiadita, con qualche contraccolpo di blip ma davvero nient’altro che possa far venire la pelle d’oca. Con “The Groove” (l’ultimo con Mad Mike) potremmo essere legittimati nel pensare ad un ipotetico ritorno di Richard Davis intenzionato a dare un indirizzo Progressive Rock ai meccanicismi electroidi atkinsiani (ma la chitarra è di Andy G), “Station” si immerge in una brodaglia dark dove le sincopi distorte vengono tagliate da rasoiate di funerei pad che contribuiscono a creare atmosfera. Tra Electro e Techno si posiziona la title track, “Digital Solutions”, coi suoni che scorrono come biglie di vetro su un pavimento insaponato ma senza lasciare scie. L’alternanza tra blip e frammenti di porzioni vocali non offre ulteriori punti forza. Infine “Control”, già uscita in formato singolo nel 2012 su R&S, in cui la parte vocale viene filtrata nel vocoder ed accompagna svirgolate di fx e vivaci sussulti ritmici. Tra alti e bassi, l’album che ci riporta Model 500 a ben sedici anni da “Mind And Body” non appare particolarmente ispirato come avevano fatto presagire i 12″ apparsi tra 2010 e 2012 sull’etichetta di Renaat Vandepapeliere. Manca la rabbia di “OFI” e la forza persuasiva di “Huesca”, ed allora verrebbe da pensare che forse Atkins abbia (comprensibilmente) esaurito quel che poteva dire sul futuro. Ps: il design grafico è curato da Arnold Steiner, l’As1 della Transient Force. [Giosuè Impellizzeri]