Various – Post It 2 (Huge Bass)

Tra le etichette che continuano a portare avanti un discorso di tipo amatoriale/artigianale nella realizzazione dei propri prodotti vi è la Huge Bass, nata a Turku nel 2001 da un’idea di Tatu Metsätähti alias Mesak. Inizialmente era un mezzo per diffondere bootleg et similia (tra i vari anche un remake in lingua finlandese di “The Model” dei Kraftwerk), poi ha iniziato ad aprirsi verso elaborati inediti Punk, Noise ed altro dal taglio sperimentale. Gli anni passano e Huge Bass è sempre lì, di tanto in tanto riportata in vita per ricordare che la sua missione non è ancora giunta al termine. E così rieccola, col secondo atto di “Post It” (il primo uscì su CD nel 2006), pronto a rinnovare l’amore per le stramberie sonore prodotte da artisti finnici, lontani dalla luce dei riflettori e dal solito clamore con cui oggi si vuole accerchiare una consistente parte delle produzioni piombate sul mercato. Qui è tutto volutamente tenuto in sordina, a Metsätähti non importa finire sulle copertine dei giornali o sulle home page dei website più chiacchierati. E’ solo la musica a parlare, quella di dodici produttori dai nomi sconosciuti e per noi alquanto impronunciabili (Anaalivaihe, Kanttoripoika, Ullbasunen, Lazercrotch) che si dedicano a combinare elementi di vario genere, dal Power Electronics al Dub, dall’Hip Hop all’Abstract, passando per la Skweee che potrebbe essere descritta come Electro sminuzzata, tritata e fatta a brandelli per ottenerne un distillato in bilico tra Funk elettronico, Noise lo-fi e Chiptune. Tutto questo accade su un vinile la cui tiratura è limitata ai 200 pezzi. L’alternativa in digitale è impreziosita dalla bonus track di Daniel Savio, “Ugly On The Inside”. Ulteriori info sono su http://hugebass.bandcamp.com.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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