David Vunk – Bowie EP (Moustache Records)

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In un periodo come quello estivo, quando in Italia non si lesina nel sensibilizzare la gente a non abbandonare i propri animali che, in previsione delle agognate vacanze, si trasformano in inopportuna zavorra, all’estero c’è addirittura chi, ad un cane, dedica un disco. Si tratta di David Vunk, DJ e produttore di Rotterdam, che in questo EP sulla propria Moustache celebra il ricordo del suo cagnolino Bowie, passato a miglior vita poche settimane fa. Ma non aspettatevi tristezza: i tre brani riservano una buona dose di euforia, così come la tradizione dell’Electro Disco appartenente alla west coast olandese vuole ormai da tempo. Lì, in quel triangolo rettangolo di terra delimitato dalle città di Rotterdam, Delft, L’Aia e Leiden, si è sviluppato un vero mondo sonico che oggi vanta sostenitori in tutto il mondo. Clone, Viewlexx, Bunker Records, Crème Organization sono le realtà più note, a cui nel corso del tempo si è affiancata tutta una serie di strutture e personaggi, proprio come Vunk, questa volta da solista dopo le precedenti collaborazioni con Alden Tyrell, Mark du Mosch e Mr. Pauli. “Forever Always” è House, intarsiata di frammenti Disco, tagliuzzati come certe cose French Touch di fine anni Novanta in stile Roulé (Stardust, Thomas Bangalter, Alan Braxe, DJ Falcon), col gioco del cutoff e resonance incrociato che continua a fare la sua bella figura. La sorpresa arriva alla fine, quando il protagonista diventa proprio Bowie. Con “Disco Sysex” l’artista si aggrappa più voluttuosamente all’Electro Disco di scuola dutch, col basso arpeggiato e poi variato in ottave, che culla lunghi accordi e micro riff, qui eseguiti in tonalità nostalgiche. Ultima analisi spetta a “Vroesenpark”, dove l’ambiente cambia radicalmente, sostituendo le placide misure della Disco con le più ruvide della Techno, sporcata da un leggero effetto low-fi che conferisce un pizzico di retrogusto Industrial. Tematicamente più legata ai percorsi della sublabel Moustache Techno, la traccia si ispira a Beverly Hills 808303 e Unit Moebius, altre pietre miliari appartenenti alla storia dell’Olanda più sotterranea dell’ultimo ventennio.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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