Da genere veramente Pop(olare), sinonimo di massificazione e standardizzazione, a genere di nicchia per cultori ed appassionati: è finita così l’Italo Disco, nata nei primi anni Ottanta per mano di estrosi musicisti italiani, desiderosi di dare un nuovo indirizzo alla Disco (elettronica e non) che arrivava d’Oltralpe. Schiacciata dalla mancata evoluzione e, soprattutto, dalla House e dalla Techno che giunsero dall’America, finì per emettere gli ultimi vagiti mischiandosi alla citata House, nel 1989. Il ripescaggio inizia dieci anni più tardi, effettuato da produttori esteri che avevano seguito tutto con orecchie molto attente soprattutto alle cose di taglio meno commercia(bi)le. Italo Disco si trasforma così da genere scanzonato in un cimelio da custodire gelosamente in archivio. La massiccia produzione degli anni Zero (in primis olandese) ha reintrodotto il culto per il vinile ed ha stuzzicato anche qualche italiano, tra cui Guglielmo Bottin, una vecchia conoscenza per chi bazzica gli ambienti della musica retrò. In questa occasione il produttore veneto ripropone esattamente le qualità dell’indimenticata Italo Disco, rifacendosi alle filigrane timbriche ricavate dai giocattoloni tecnologici di un tempo, tanto costosi quanto ingombranti. Fluido, semplice, immediato: “Volevi Una Hit” coinvolge emotivamente e riesce a farci rituffare nel mondo variopinto degli anni Ottanta. Immaginazione e nostalgia convergono in un risultato strabordante, seppur il brano reciti un copione già usato innumerevoli volte. Se poi ci aggiungiamo il pizzico d’ironia classico per l’Italo Disco (è il remake in lingua italiana di “You Wanted A Hit” di LCD Soundsystem, che pare abbia dato il suo benestare, e Cristalli Liquidi a sua volta fa l’occhiolino proprio alla sigla LCD) il gioco è fatto. Il lavoro è egregiamente completato anche a livello grafico: il 12″ su Artifact è caratterizzato dalla fedele riproduzione delle grafiche Discomagic (colonna statuaria dei tempi più fortunati dell’Italo Disco, Severo Lombardoni docet), mentre il 7″ su Mashhh!, già oggetto di spasmodico collezionismo, racchiude il remix più funkeggiante dei Casa Del Mirto.