Pitchben – Pitchslap (Compost Records)

Ispirato dal Pop Funk del passato (Michael Jackson, The Whispers, D-Train), Pitchben debutta con un album sensazionale. Inizia a fare il DJ negli anni Novanta identificandosi nel nome M-Tech, nel 2002 vince il DMC (tedesco) grazie ad un’esibizione virtuosa su “Street Dance” dei Break Machine, un classico del 1983 ai tempi usatissimo dai B-boy. Da quel momento non ha desiderato far altro che produrre, in chiave attualizzata, quello che più gli piaceva da bambino. A giudicare da “Pitchslap” l’obiettivo è stato raggiunto in pieno. A Michael Reinboth bastano appena due tracce demo per capire di aver a che fare con un talento fuori dalla norma, e quindi da valorizzare. Ecco perchè l’album non è stato anticipato, come abitudine vuole, da alcun singolo: non c’è bisogno di perder tempo quando di mezzo c’è musica di tale caratura. Ed ecco scorrere dieci tracce che mettono in seria difficoltà chi vorrebbe indicare la migliore. Il lavoro è pieno di riferimenti sonori appartenenti agli anni Ottanta, replicati in modo fedele attraverso bassi, tastiere, chitarre e parti vocali. Non si scimmiotta ma si ricrea con passione il passato, pur non distogliendo lo sguardo dal futuro. “Keep Giving Me Love” e “Stand Up” potrebbero essere facilmente confuse col Pop di quei tempi, di “Friday Night” emerge l’intro cowleyano (“Do You Wanna Funk”), “Time Machine” corre indietro nel tempo per ristabilire il contatto con la scena Breakdance, “Raw Colors” e “Unique” esplodono di spassoso Funk slappato, “Mudwheel” si proietta nelle materie plastiche à la Siriusmo. Imminente è l’uscita di alcuni remix a firma Tiger & Woods, Toomy Disco, Lorenz Rhode ed altri. E’ il mio disco del mese, e sicuramente uno dei migliori usciti nel 2011.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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