Terence Fixmer ha un peso rilevante nella storia della musica elettronica dell’ultimo quindicennio, soprattutto perchè è colui che ha riscritto le nuove prospettive dell’EBM all’interno di campate Techno. Confermandosi artisticamente negli anni, sancisce una nuova età dell’oro per la musica di Nitzer Ebb, Front 242, Deutsch Amerikanische Freundschaft ed altri idoli dei tempi, utilizzando il nuovo linguaggio della Techno (ed infatti la stampa internazionale ribattezza la sua musica come Techno Body Music). L’obiettivo di creare una nuova estetica EBM con opere inedite, mescolando energie artistiche disparate, è però giunto alla fine, e questo lo avevamo già capito da qualche anno. Attualmente nella scuderia di Speedy J, il producer nativo di Lille è soggetto all’inevitabile conversione stilistica imposta dalla globalizzazione del mercato della musica, in cui le barriere tra generi cadono creando, giorno dopo giorno, nuovi ibridi come potenziali vie da esplorare in futuro. “Comedy Of Menace” è il quarto album da solista che sancisce la completa (e definitiva) archiviazione dell’esperienza Techno EBM che lo lanciò poco più di dieci anni addietro. Già “Fiction Fiction”, punto di scambio sonoro nella sua carriera, introdusse un certo simmetrismo nelle programmazioni ritmiche che oggi, nel full lenght su Electric Deluxe, prendono decisamente il sopravvento. L’impatto violento e brutalizzato dell’EBM tanto devota alle distorsioni, viene messo all’angolo ed esclusivamente relegato al progetto condiviso con Douglas McCarthy dei Nitzer Ebb. Il Fixmer di oggi, pertanto, si dedica ad una Techno che comunque mantiene integre le atmosfere dark e gotiche (“Dark Line” ne è un esempio), ma che filtra l’energia in modo differente, rifacendosi ai cicli di loops tipici di Detroit (“Things Are Over”) e alla monotonia intesa come valore e non come penuria di idee. Di tanto in tanto risale qualche vortice del passato (“Impakt”, “My Experimentation”) ma la svolta sonora impressa da “Comedy Of Menace” è tanto significativa e palese: ascoltando “Drastik” o “Phantoms” ci si renderà presto conto di quanto la scuola berlinese degli ultimi anni abbia avuto un forte ascendente sul produttore francese. Poi, al magnetismo di “Breathless” si aggiungono le proiezioni cacofoniche di “Alert”, “Dance Like Paranoid” e “Last Heroes”. Non ascoltatelo se siete alla ricerca (nostalgica) di un album che possa rievocare lo spirito di “Muscle Machine”. Il nuovo Fixmer riparte da zero e da qui.