Sebastien Tellier – Sexuality Remixes (Record Makers)

E’ probabilmente questo l’atto conclusivo del lungo iter che ha fatto di “Sexuality” un album più che fortunato e speciale, non solo perchè prodotto insieme a Guy-Manuel de Homem-Christo dei Daft Punk. Uscito ad inizio 2008, per oltre due anni ha costituito ininterrottamente una fonte da cui prelevare brani per poi darli in pasto ad altrettanti creativi e visionari remixers col fine di perpetrarne le emozioni in chiavi sempre differenti. Alla Record Makers hanno pensato (bene) di chiudere questa lunga parentesi con una vera e propria collection riassuntiva, assai utile per gli sbadati che si sono lasciati sfuggire i singoli. La parata raduna perciò tutto quello che nel biennio 2008-2010 ha tenuto Tellier costantemente sotto i riflettori, come la versione Noize Electro che SebastiAn ha realizzato per “Sexual Sportswear”, o quella Italo inspired degli Aeroplane al lavoro su “Kilometer”, o ancora quella di “Roche” ad opera di Kavinsky (sinora è l’unico remix della sua carriera) e del vivace Breakbot. Ai deflagranti suoni di Boys Noize (su “L’Amour Et La Violence”), alle contorsioni ritmiche di A-Trak ed alle speciali vibrazioni cosmiche di Arpanet (entrambi operativi su “Kilometer”), si sommano le vibranti armonie di Hypnolove (che tanto ammiccano ai Rondò Veneziano), le sferzate Funk di Moulinex (ancora su “Kilometer”) e la spensieratezza dei Midnight Juggernauts e Danger (su “Divine”, che ebbe modo di diffondersi anche da noi grazie ad uno spot televisivo). Rimandi cronologici alla Pop Disco 80s per la versione di Penguin Prison (“Fingers Of Steel”), ricompattamenti Dubstep per quella di Floating Points (“L’Amour Et La Violence”) sino a toccare le uniche novità che questo grande e prezioso puzzle sonoro ci riserva, ossia gli inediti trattamenti a firma Kasper Winding e Lazy Flow orientati al mercato anglosassone che mostra un occhio di riguardo per il Dubstep et similia. Il master eccellente, ancora curato da Romain Tranchart (ricordate i Modjo di “Lady”?), rende il tutto perfetto per essere consumato in questa calda estate 2010, nell’attesa di un nuovo LP che, pare, possa vedere luce agli inizi dell’anno nuovo.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

Lascia un commento