Snax – Special Guest Star (Random Records)

Descrivere Snax (all’anagrafe Paul Bonomo) come artista Dance sarebbe riduttivo alquanto errato. Il musicista nativo del Maryland (USA), ma attualmente residente a Berlino (la città degli artisti, insieme all’inossidabile Londra), è uno a cui le definizioni stanno decisamente strette. Dare un nome alla sua musica potrebbe voler dire imbarcarsi in una serie di affermazioni erronee, approssimative e solo vagamente vicine a quello che Snax è in realtà. Innanzitutto è meglio chiarire subito che non ci troviamo di fronte ad un assemblatore di ritmi in 4/4 destinati a muovere le folle. A Bonomo piace l’Hip Hop, e si sente, e forse ancora di più il Funk. Dopo l’esordio in sordina registrato nella seconda metà dei Novanta, il performer affila le armi sonore e, grazie al supporto dell’elvetica Mental Groove, dal 2004 vede il suo nome girare in modo capillare negli ambienti che contano. Come Yesandno sbarca sull’International Deejay Gigolo di Hell e come Captain Comatose (un progetto nato insieme a Can Oral e conclusosi definitivamente nel 2006) mette a soqquadro le regole ordinarie della tipica Dance mitteleuropea. Ad una lista impressionante di collaborazioni Snax aggiunge remix e featurings che lo trasformano, da stravagante artista operativo nei meandri dell’underground, in una star rincorsa da tutti. Ed allora viene da dire che la special guest star dell’album in questione è proprio lui, e non le ospitate di tutto rispetto che ne fanno qualcosa in più di un LP di Neo Disco Funk Pop che qualcuno, almeno qui da noi, azzarderebbe solo in occasione di un aperitivo. Si inizia su una sorta di intro, “Theme From Real Love Studios”, costruito con Jamie Lidell, per approdare sulla House rinvigorita da attinenze Disco e Funk della title-track, “Special Guest Star”. La linea vocale di “No Show”, col featuring di Jules Etienne dei Gui.tar, mi riporta ad un brano dei N.O.I.A., “Can’t Be Bothered” è Funk Pop alla Prince dalle reminiscenze 70s ed 80s, “Tired Of Talk” (qui l’apporto è di G. Rizo) vaga tra l’Hip Hop dei (bei) tempi passati e l’Electro altrettanto datata. Con “Get Live, Snax” e “Get In Trouble” si apre la parentesi più Dance, ricca di atmosfere spassose di Funk e Disco (a volte sembra di trovarsi di fronte ad un Re-Edit) contornate da svirgolate acide. L’effetto, vi assicuro, lascerà senza fiato, rimandandovi all’ascolto del materiale olandese di Comtron e Seymour Bits. All’appello non manca neanche la tanto sbeffeggiata Italo Disco, ricostruita nelle partiture di “Don’t Wanna Get Over” e “Third Time’s A Charm” (quest’ultima inizia con un synth line davvero simile a quello di “Happy Children” di P. Lion). Variando la tavolozza dei ritmi e dei suoni, ci si rituffa nell’ispiratissimo Soul Funk di “Back To Start”, col ritrovato Jamie Lidell e Miss Le Bomb (ricordate Club Le Bomb e Queen Of Japan?) e si finisce urtando le sponde, neanche tanto morbide, di “The Spark”, realizzata con Eric D. Clark (un tempo noto anche in Italia per il progetto Whirlpool Productions). Un album dal sound dannatamente contagioso che non potrà non farvi muovere a tempo la testa. E il piede ovviamente.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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