Nella tarda mattinata di una ventosa domenica dello scorso febbraio, l’amico Christian mi spedisce alcuni file audio. Si tratta di sue nuove produzioni, ancora prive di titoli e che non sa a chi sottoporre. Dopo averle ascoltate mi viene un solo nome in mente: Danny Wolfers. A qualche mese di distanza eccole, tutte ordinatamente raccolte in “Electric Winter”, edito proprio dalla Strange Life di Wolfers. La cosa mi rincuora perchè brani del genere non meritavano di restare a marcire su un hard disk. Avevamo lasciato Gleinser ad un EP pubblicato dalla Superfancy Recordings nel 2004, ma i più attenti lo ricorderanno anche per diverse apparizioni su Pocketgame, Lasergun, Voltage Musique, Vokuhila e KarateKlub in compagnia di Daniel Nitsch (con cui, per l’appunto, formava il duo Nitsch & Gleinser). Ma di quell’Electro Techno Pop, con tendenze alla videogame music degli anni Ottanta, non resta proprio più nulla. Gleinser è cresciuto, ed insieme a lui anche la sua musica, ora matura e rivolta, almeno per l’occasione, all’Ambient. I brani di “Electric Winter” (dalla title-track a “The Dream”, da “The Truth” ad “Heimkehr” sino a “Fireplace”, “Reprise” e “Coming Around Again” -quest’ultimo cover dell’omonimo di Carly Simon, 1986) parlano mediante ouverture analogiche, rondò di melodie dense di sensazioni extrasensoriali, pads che aprono le persiane di un mondo ubicato sulla linea di mezzeria tra il sacro e il profano, tra il sogno ed l’incubo. Per Strange Life, ormai veterana nel campo della musica Ambient cinematica dalle tinte scure e spiccatamente ‘carpenteriane’, i pezzi del producer di Friedrichshafen, città dai contorni fiabeschi situata sulle sponde del Lago di Costanza, indicano ulteriori prospettive e proiettano l’ascoltatore in nuove orbite, talvolta tetre ed angosciose. Qui si snocciola la voglia di lasciarsi solleticare e cullare dal vento cosmico che spira da lontano, da mondi arcani, ancora sconosciuti. Ben venga il disinteresse dei media e dei big DJs per questo genere di pubblicazioni, che per rispetto della loro natura stessa devono restare nel sottobosco, lontane dal business che le sporcherebbe irrimediabilmente.