Spesso cerchiamo fuori quello che disponiamo in casa e così, peccando di esterofilia e convinti che i più bravi a produrre un certo tipo di House siano, in linea di massima, i tedeschi o i francesi, si finisce per sorvolare su quello che il panorama interno offre. Una rara ma piacevole anomalia della scena discografica nostrana è rappresentata dalla toscana Bosconi, etichetta fondata nel 2008 dai Minimono e diventata un punto di snodo e raccordo di influenze musicali disparate. La decima uscita in vinile, traguardo ragguardevole se si tiene conto delle difficoltà che il mercato fonografico incontra ogni giorno, è affidata ai The Clover (Antonio Pecori, Stefano Meucci ed Andrea Giachetti), autori di una House che non vuole essere moderna a tutti i costi. Il suono di “What Else” è limpido, mai soffocato da una tavolozza audio troppo piena, segnato da bassi dinamici e in cui il ritmo e il classico suono Funk giocano da protagonisti, ricordando parzialmente i primi esperimenti dei Daft Punk (“Burnin'”, “Indo Silver Club”, “Teachers”). Il loro è un approccio quasi goliardico alla musica da ballo, caratterizzato dal non volersi inscatolare passivamente in un segmento troppo preciso e dal continuo sovrapporsi di culture differenti, senza appartenere a nessuna di esse in modo particolare. Di “Groove Shadows” si enuclea l’irriducibile amore per una House che tende a guardare (ancora) al passato, alla solida musicografia di Chicago di fine anni Ottanta e alle varianti Deep di New York dei primi Novanta. Ron Trent, il compianto Armando Gallop, Paul Johnson, Fingers Inc. sono, probabilmente, tra i mentori-eroi del trio fiorentino. Più scura rispetto alla precedente, la traccia gode di un ottimo impianto ritmico che conforta per il risultato ottenibile sulla dancefloor. “This Is Real” ne riprende il discorso, respirando Funk a pieni polmoni. Pur non ribellandosi agli schemi classici della House, i The Clover cercano, a loro modo, di rivoluzionarne il concetto, evitando ogni tipo di contatto con l’ormai impersonale Minimal, spogliato della sua originaria concezione che ne fece una novità un ventennio addietro. Filtri ben calibrati, infine, danno colore a “Feelings”, stravagante mix tra House e Disco Tech Funk, che farà tornare alla memoria dei più attenti le fantasticherie di Marco Carola e Gaetano Parisio su Question e Southsoul. Non sorprende, quindi, di trovare feedbacks incoraggianti su questo EP (dal titolo chiarificatore) da parte di Richie Hawtin, DJ Sneak, Ellen Allien, Technasia, Laurent Garnier e molti altri che hanno mostrato un debole per la House fatta di passato e presente dei The Clover.