Da buon olandese, Mark du Mosch fa dei contrasti tra stili l’arma vincente con cui differenziare la propria musica su un mercato globalizzato che oggi offre un pò di tutto ma in modo alquanto confusionario. Le produzioni del DJ e produttore di Rotterdam non sono tante ma rivelano quanto sia ampio il suo background, fattore che determina, quasi sempre, la qualità di quello che ascoltiamo. Le linee direttive che segue sono essenzialmente due, la House di Chicago e l’Italo Disco. In “Satical” gioca soprattutto sulle percussioni di strumenti d’altri tempi (probabilmente la TR-909), la cui presenza è attestata anche da una registrazione leggermente disturbata dalle frequenze tipiche degli equipments d’annata. House di metà anni Ottanta, un pò grezza nella stesura, è anche quella che troviamo in “The System”, rinvigorita da suoni balearici, quasi Disco. Questo crea decisamente un buon connubio, tra una parte più scura e tenebrosa, ed un’altra rischiarata da melodie viaggianti. La title track, “Cold Sweat”, è caratterizzata da un lungo intro in cui gli effetti giocano da protagonisti. Il contorno è ancora ad appannaggio dell’House, questa volta illuminata da soluzioni vicine alla Trance e troncata, in alcuni punti, da laceranti suoni industriali. “Revenger” gira su una cassa distorta (ma non troppo) ed un bassline alla “Native Love (Step By Step)” (Bobby Orlando docet). Ma qui non c’è quasi nulla di imparentato con l’Hi NRG a stelle e strisce, visto che il brano rincorre (ancora) la House, sebbene smontata e rimontata con criterio innovativo. A chiudere è “Now Or Never”, dall’impronta Disco elettronica, legata sia a Moroder che a Cowley, e che non potrà non piacere ai cultori della nuova Electro Disco che, proprio in Olanda, ha trovato i suoi iniziatori una decina di anni addietro. In definitiva un Cyber Dance diverso dal solito, che apre la porta verso nuovi e possibili scenari sonori tutti da esplorare.