Non sappiamo ancora se “Global Surveyor” sia una trilogia, ma se così fosse l’opera adesso sarebbe completa. Si tratta di un progetto che, un pò come tutti quelli della Dominance Electricity, dichiara visivamente la propria vocazione esibendo, per l’occasione, un magnifico artwork a firma David A. Hardy. Il mondo dell’etichetta tedesca è popolato da cultori maniaci della fantascienza, delle strumentazioni analogiche e dell’Electro, di quell’Electro radicata nel ceppo stilistico degli anni Ottanta, dei Bboys e della breakdance, ma anche in quella portata avanti dalla generazione post-detroitiana. Tenuto a battesimo nel 1998, “Global Surveyor” è un classico dell’Electro di oggi come lo può essere Fondazione e Terra di Asimov per la letteratura fantascientifica, e continua trionfalmente la sua marcia in un ideale mondo futuristico diffondendosi in ricercatissime edizioni speciali (corredate da poster e vinili colorati). Decisamente un persorso eccitante per il nuovissimo Phase 3, giunto a ben sei anni dal precedente, che spazia nei continenti del pianeta Terra per rintracciare artisti che, con la loro musica, hanno davvero qualcosa da dire. Svezia, USA, Italia, Germania, Olanda, Serbia, Lituania, Finlandia: è qui che Matthias M. Weise ha scovato gli alfieri di un progetto che è già indispensabile per chi nutre un debole per questa Electro bionica quanto astrale. Weltwirtschaft, Middle Men, K1, Gab Gato, Lektroid, Keen K, Gosub, Kalson, Audiogenetics, Sbassship, Cosmic Rockers, Direct Control, The Exaltics, Mesak, Dagobert sono solo alcuni di questi, tutti accomunati per aver adoperato strumenti molto simili se non identici (vocoder, drum machines e sintetizzatori di almeno trent’anni fa), col preciso fine di dare un degno continuum ad un genere inventato da produttori visionari e portato avanti, negli anni, da chi identifica in una precisa cultura sociale il proprio ego musicale. Anche un ascolto randomizzato sarà chiarificatore per chi non ha ancora afferrato quale materia sonora qui sia trattata: basterebbe pensare ad un mix tra Kraftwerk, Tangerine Dream, Afrika Bambaataa, Man Parrish e Drexciya per capire quanto “Global Surveyor” cavalchi gli anni sino a convincere che suonerebbe futuristico anche se ascoltato dai nostri pronipoti.