Rimaterializzando il suo ego creativo nel progetto Sprawl, Andrea Benedetti torna operativo come producer dopo molti anni di silenzio. Figura essenziale nell’ambito della scena musicale-culturale della Techno ed Electro più puriste ed underground, Benedetti è ricordato per aver dato vita, nei primi anni Novanta, ad una label come la Plasmek che ha tentato, non invanamente, di dare un indirizzo più intellettualista ad un sound che in Italia ha faticato (e fatica ancora) ad essere preso in considerazione. L’album in questione, pubblicato dalla tedesca Solar One Music, inizia (non certamente a caso) riagganciando un brano che fu edito in quegli anni (trattasi di “Neural Acid” che ai tempi l’autore firmò come New Acid Generation), in cui il groove di TR-808 viene tormentato di continuo dalle spinte acide di un’altra macchina storica, la TB-303. I sussulti ritmici proseguono senza sosta, sia in “Attack Of The Sonic Army” che in “Mechanic Phunk”, contraddistinte da alcuni riferimenti vaganti tra l’Industrial e la Techno, messi in riga da un’Electro concreta e ben compassata. E’ in “Time” che il metronomo cambia e batte i 4/4 in una sequenza ossessiva e prettamente Techno. Ma Benedetti non limita la sua passione alla mera riproducibilità ritmica, per anni restata il succo essenziale del movimento Techno: nel suo percorso fissa delle tappe intermedie che puntano a Detroit, rievocando quell’Electro incattivita che, nella seconda metà degli Ottanta, sembrò azionata dai robots. Ed ecco sfilare “Bass Trap”, “Elastic Phunk”, entrambe percorse da nervature e tagli scenografici, e la più nebbiosa e trascendentale “Unknown Enemy”. Variandone certi aspetti ma non alternando la formula, plasma “X-51” (in cui rievoca il pizzicato-style alla Luke Eargoggle), “Last Warning” (dove casse saltellanti creano vortici aphexiani) e “Blaastar”, quasi a voler rievocare i tempi dei primi Rave attraverso soluzioni ritmiche alla Silicon Scally. A fare da bonus-tracks i remix di “Mechanic Phunk” ed “X-51”, realizzati rispettivamente da The Exaltics e Keith ‘K1’ Tucker degli Aux 88: il primo è un astro errante tra rammendi EBM e ricami Dark Electro, il secondo si immerge, completamente, nella dimensione leggendaria della Detroit Electro. 100, come al solito, le copie disponibili.