Intervista a Guido Schneider di Giosuè Impellizzeri 02/06/2006

Tra i migliori interpreti di un sound che, già da qualche anno a questa parte, viene chiamato ‘microhouse’, Guido Schneider è oggi uno dei portabandiera della Pokerflat di Steve Bug. Produttore discografico da oltre dieci anni, il tedesco ha iniziato il suo cammino musicale nel 1991 con un disco edito dalla SPV. Di lì a poco sarebbe nata la Neue Welten (che in tedesco indica il ‘nuovo mondo’), l’etichetta con base a Zelle che ha chiuso definitivamente i battenti nel 1999. Nel 2002, dall’incontro col cantante Florian Schirmacher, nasce una collaborazione che lo porterà a fondare il progetto Glowing Glisses esposto al mondo col l’album di successo "Silver Surfer" che poneva in evidenza il contrasto tra i vocals armonici ed una poco corpulenta struttura ritmica. Da questo momento per Guido inizia una vera e propria escalation di successi che lo porta ad approdare alla Tuning Spork di Jay Haze che lo coinvolge nel progetto destinato a raccogliere fondi per le vittime dello tsunami in Asia. Poi si succedono diversi remix (anche sotto il curioso moniker Motoguzzi) per Daniel Stefanik e Brtschitsch & Galluzzi (noti anche come Taksi) che gli danno la possibilità di esprimersi al meglio e penetrare nelle charts di tutto il continente. Da poco è sul mercato il suo "Focus On", una sorta di raccolta che racchiude il meglio della carriera da producer. Incontriamolo.

Ciao Guido e benvenuto du Technodisco. Quando hai imboccato la strada della musica elettronica ?
"Tutto iniziò alla fine degli anni ottanta, periodo in cui iniziai ad ascoltare l’acid music. Poi nei primi anni novanta fu la volta della techno e della house"

Durante la giovinezza invece chi seguivi in particolar modo ?
"Da piccolo ero solito ascoltare molta ebm (electronic body music) ed industrial. Ma non posso certamente dimenticare le ore trascorse col buon pop di bands come i Depeche Mode"

Te la sentiresti di identificare il tuo sound con un termine ben preciso ?
"E’ difficile risponderti. Sicuramente mi sento più vicino al minimal che alla house".

Nel 1995 fondasti la tua label chiamata Neue Welten. Perchè soltanto quattro anni dopo hai deciso di chiudere battenti ?
"Neue Welten nacque con l’obiettivo preciso di pubblicare le mie produzioni giacchè non avevo alcuna intenzione di continuare a mandare i miei pezzi a varie labels in giro per l’Europa. Desideravo essere indipendente al 100% e così fondai l’etichetta che fui costretto a chiudere in seguito (nel 1999 per essere precisi) vista la nascita di mia figlia. In quel periodo sorsero altre priorità e così dovetti rinunciare al progetto Neue Welten"

Qualche anno addietro, in coppia con Florian Schirmacher, facesti nascere il progetto Glowing Glisses di cui però si sono letteralmente perse le tracce. Credi che in futuro possa tornare a calcare le scene ?
"No, assolutamente, non ci sarà un ritorno di Glowing Glisses. Dopo aver rilasciato, nel 2002, l’album "Silver Surfer" abbiamo tentato di produrre nuovamente qualcosa insieme ma le cose erano piuttosto complicate poichè Florian si era trasferito in un’altra città. Così decisi di continuare a produrre musica da solo"

Molte delle tue tracce appaiono su Dessous e Pokerflat: come è nato il contatto con le labels dirette da Steve Bug ?
"Lo conosco dal 1997: dopo il mio trasferimento a Berlino (tra il 1996 e il 1997) lo incontrai, per caso, in un ristorante. In quel periodo stavo lavorando al mio album e mi venne spontaneo chiedergli se era interessato ad ascoltarlo per darmi un parere. In breve gli mandai un cd con sei tracce e ne rimase entusiasta. Da quel momento è iniziata la nostra collaborazione che, come ben sai, dura tuttora"

Da pochi giorni, proprio su Pokerflat, è uscito il tuo "Focus On": parlacene.
"Molti hanno scambiato "Focus On" per un album ma in realtà non è tale. Si tratta di una nuova serie di progetti voluti da Pokerflat che punteranno sui maggiori artisti dell’etichetta chiamati in causa per presentare tracce nuove e vecchie estrapolate dal proprio repertorio. Una sorta di portfolio insomma. Nella versione cd infatti è possibile ascoltare tracce inedite mixate ad altre pubblicate in precedenza oltre ad alcuni remixes. Credo molto in questa operazione"

Sei già al lavoro su nuovi progetti ?
"Ho terminato da poco i lavori per i remix di Audio Werner (su Trapez) e Motio & E-Contact (su Phonocult). Inoltre ho prodotto una nuova traccia che è finita nella tracklist della nuova Cocoon Compilation di Sven Väth. Posso anticiparvi che ho iniziato a lavorare, giusto da qualche giorno, ad un nuovo disco previsto su Cadenza, la label di Luciano. Nel frattempo continuo a girare il mondo con le mie serate"

A proposito di serate: giusto qualche settimana fa sei stato ospite al Kama Kama, il famoso club toscano. Come hai trovato la dancefloor italica ?
"Credo che attualmente l’Italia viva un momento di grande interesse nei confronti della musica elettronica, forse ancor di più che in Germania e in altri Paesi europei. La gente mi è sembrata davvero entusiasta e soddisfatta del mio sound"

Credi che la scena europea stia diventando un pò noiosa ?
"Non ancora visto che ci sono Paesi dove suonare è davvero appagante. In circolazione ci sono tantissimi dj’s, producers e labels che negli ultimi anni stanno facendo parlare di sè positivamente il mondo intero"

Ma il trend dei prossimi mesi quale sarà ?
"Non saprei proprio. E’ difficile pronosticare quale sarà la direzione che prenderà la musica elettronica ma spero (e credo) che alla fine sarà la buona musica a prevalere su tutto"

Credi che i files mp3 stiano uccidendo il mercato del vinile ?
"No, assolutamente. Molta gente oggi compra musica solo attraverso i files mp3. Inoltre, ad essere onesto, oggigiorno nemmeno i dj’s comprano più tanti dischi come una volta. Ormai il tempo del vinile è passato"

Il tuo studio vede la prevalenza di apparecchiature hardware o software ?
"Attualmente lavoro solo ed esclusivamente col software. Utilizzo l’equipment analogico solo per il mixaggio finale"

Grazie per il tuo tempo Guido.
"Grazie a te e a tutti gli amici italiani. Un abbraccio. Guido Schneider"

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