La stagione estiva ibizenca, nonostante problematiche burocratiche, legali e legate all’inquinamento, è ormai partita. Per la gioia dei clubbers che ormai da oltre un decennio accorrono da ogni parte d’Europa (e non solo) l’Isla Bianca è pronta ad offrire divertimento e spensieratezza e in questo invidiato quadro non manca certamente il mondo Cocoon capitanato da Sven Väth, tra i pionieri del clubbing ibizenco. Il calendario della struttura di Francoforte è fitto di date che si susseguiranno senza esitazione sino al prossimo 24 settembre sotto il nome di “Freakshow”, uno spettacolo che farà impazzire gli amanti del suono più trendy. Residents sono Andrè Galluzzi (che i più attenti ricordano per l’avventura Taksi divisa con Paul Brtschitsch) e il rumeno Raresh, entrato nelle grazie di Väth nel 2003 e candidato a divenire uno dei big-dj’s degli anni a venire. La trasposizione delle calde notti ibizenche la si trova in “Freakshow”, la compilation che Cocoon rilascerà il prossimo 3 agosto. Il set di Galluzzi, edificato sulle presenze di Gadgets, Tiefschwarz, Junior Boys (il remix è di Carl Craig) Rob Mello, Davide Squillace, Jens Zimmermann, Eminor, Onur Özer ed altri (tra cui anche “Monoplane”, unreleased del citato Brtschitsch) punta essenzialmente a contesti tech-house pullulanti di grooves incendiari, linfa vitale dell’attuale mondo Cocoon. Più dub e glitchy è invece il set di Raresh, il newcomer che opta per la musica di Digitaline, Baby Ford & Zip, Daze Maxim, Petre Inspirescu, Matt John, Jin Choi, Alex Attias e Gabriel Ananda. Nella globalità “Freakshow” è la fotografia della nuova techno promossa a pieni voti da Sven Väth e la sua Cocoon, da sempre abile a seguire le mode e rimanere ben ancorata ai piani alti di una scena musicale in continua evoluzione.
-Eddy meets Yannah “Once In A While” (Compost): arriva da Zagabria il soulful della bella Yannah Valdevit e dell’estroso Eddy Ramich che incidono un album che piacerà di sicuro ai sostenitori del nu-jazz alla Jazzanova, 4Hero, Bugz In The Attic o Rainer Trüby. Solo di tanto in tanto la battuta ritmica si fa più veloce e pimpante (“Solid Ground”) e ravvivata da suoni più laceri ed adiacenti all’elettronica (“To Keep”. “Daylight”, “XPressure” e “Who Is It?” col featuring di Amalia). Tra le più belle in assoluto trovo “Takin’ Future Tenderly” che sfiora l’italo-funk, segmento preso spesso in considerazione dall’importante etichetta monegasca fondata da Michael Reinboth. Uscirà dopo le vacanze estive.
-Elitechnique “Fingerfood” (Clone X): considerati, insieme ai Jupiter Black, i veri outsider della famiglia di Serge Verschuur, gli Elitechnique (Florentijn Boddendijk e Remco De Jong) rilanciano il loro sound electro-funk-disco attraverso il Clone X #25. “Fingerfood” è un brano decisamente accattivante soprattutto per la perfetta combinazione tra suoni moderni e polverosi che nelle pubblicazioni dell’etichetta di Rotterdam trovano (quasi) sempre un sicuro alloggio. Proiettata in maniera più decisa nel funk anni settanta è la versione di Major Swellings alias Prins Thomas che ne ridisegna il basso e rallenta la velocità di crociera. Poi rimane “Motor Funker” che sembra fuoriuscita da un vecchio lp di Patrick Cowley e la più tranquilla “Vesta Vision”. Discoooooo!!!!!!!!
-Shir Khan “Maximize!” (Exploited): specializzato in bootleg e remix casalinghi, il creativo artista berlinese s’inventa “Maximize!” con lo scopo di raccogliere gli stili che egli stesso ha ribattezzato come neu-rave ed hiptronica. Un vero tripudio di trovate ingegnose che ben oltrepassano la barriera del classico mix-cd: questo il sunto di “Maximize!”, un collage sonoro edificato sul continuo susseguirsi di loops, samples, campioni estrapolati da accappellas e remixes improvvisati sovrapponendo due (e più) dischi. Le scelte convergono verso artisti come Sirius Mo, Justice, Riot In Belgium, Diskokaine, Sergej Auto, Duke Dumont, Yuksek, Jahcoozi, Phon.O, Audioporno, Sharon Phillips, Adam Sky, Shapemod, Martin Peter e molti altri ancora che alzano la bandiera del nuovo sound electro-rock, marchio distintivo di una generazione di produttori alla conquista del pianeta attraverso un furioso distillato delle avanguardie passate, di suoni macilenti e ritmi meccanizzati ed incontrollabili. Uscirà il 27 agosto.
-Quio “Phiu” (AGF Producktion): dopo l’esordio legato a “Like Oooh!” del 2005 l’artista berlinese ci riprova con un secondo album che la lancia come top-mc’s in Europa. A sentire “Phiu” (che arriverà nei negozi di dischi solo il prossimo 21 settembre) pare che la tedesca si voglia affermare nel campo del dubstep e del drum’n’bass ma la sua versatilità la porta anche su territori hip-hop mischiati al pop e all’electronica. Vicina allo stile Jahcoozi Quio incide 12 tracce tra cui “So Loud” (col featuring di Nicolette, già corista per i Massive Attack), “Minha Rima” (contraddinstinta dal rap in portoghese di Edu K) e “Me Mucker”, la beffarda funk-electro intarsiata dalla voce di Al Haca.
-Shriekback “Elaste E.p. Vol. 2” (Compost): sotto la spinta della compilation ideata da Mooner, la Compost tira fuori dagli annali due brani degli Shriekback selezionati da Michael Reinboth e Michael Heinkel. Lo spot luminoso è puntato, prevedibilmente, sul suono anni ottanta che trova nella musica degli Shriekback un vero punto di riferimento. Idolatrata dalle pagine di NME, la band capitanata da Barry Andrews è stata additata come punto di raccordo tra il suono romantico degli Human League e quello più scomposto degli Heaven 17. Proprio in quest’ottica riappare “Accretions” (prelevato dal raro “Tench E.p.” su Y Records) e “The Spine Is My Bassline”, inciso inizialmente su 7″ nel 1982 e ripresentato l’anno dopo nell’album “Care”. Disco d’annata (o dannata) ?
-Fatali “Re:Construct” (YoYo): pianificata per il prossimo 13 agosto l’uscita di “Re:Construct” riporta il nome di Fatali all’attenzione internazionale. Di Eitan Carmi, classe ’84, nato nella città sacra di Nazareth, si è già detto molto e questa nuova raccolta atta a radunare il meglio delle sue produzioni remixate da altri artisti (ed anche da sè stesso) non potrà che giovare alla sua carriera in continua ascesa. Tra i tanti ad essere interpellati Lish, Echotek, Protoculture, Strike Twice, Liquid Soul ed Atomic Pulse, tutti incatenati sotto il segno della psytrance e goa-progressive per cui la YoYo di Holon è divenuta la label di punta negli ultimi quattro anni.
-The Horrorist “Attack Decay” (Masterhit Recordings): a quattro anni dall’indiavolato “Manic Panic” il mago della gothic-techno e dell’hardcore cucita sull’industrial ritorna con un nuovo album registrato tra New York e Berlino (come lo attestano i titoli dei brani inclusi) con cui non perde di vista le origini del suo stile ma ne smussa gli angoli per renderlo più fruibile. Le urla e i suoni dell’electronic-body-music si rincorrono in “Now Destructor” e “Wire To The Ear” dove, più di qualcuno, potrebbe (giustamente) vedere influssi di Nitzer Ebb. Ma Oliver Chesler dimostra di saper fare altro come l’inselvaggita electro-punk di “The World Will Know Us” e “Room Of Posers” che tanto strizzano l’occhio agli Adult. o il noize funereo di “Es Ist Alles Aus” o ancora la romantic-electro di “Pain And Pleasure”. Estro a manetta per un album che prende a calci le mode, si sbeffeggia delle tendenze e traccia la figura di un Chesler rinnovato, più distante dalle alte velocità di hardcore e gabber e proiettato nelle rievocazioni di stili del passato attraverso la personale linea stilistica dominata dal dark.
-Ilya Santana “Quasar” (Dog Music): la giovane etichetta spagnola DOG (Disciple Of Groove) continua a scommettere sulla musica dell’estroso Ilya Santana (scoperto nel 2004 sulla Balihu di Daniel Wang) dopo il recente “Analogic Mind”. “Quasar” è un pezzo che riflette perfettamente lo stile dell’artista, campione degli arpeggi proiettati su schemi electro-funk-romantic-wave. Il remix di Pete Herbert (quello dei Reverso 68, degli L.S.B. e degli Optimus) gioca un pò di più sui picked-bass erodendo la struttura electro a favore di una tech-house balearica perfetta per la stagione estiva. Ps: vi segnalo anche “Discotized” che l’autore ha rilasciato di recente sulla monegasca Permanent Vacation.
-Composite Profuse “My Old Red Car” (MinimalRome): dopo essere apparso su Crème Organization e Bunker, il buon Valerio ‘Composite Profuse’ Lombardozzi rientra sulla propria MinimalRome con un disco ubicato tra robot-electro e rimembranze new-wave. Paragonabile al Rude 66 meno combattivo, al The Hacker più electro-oriented o al soffice suono digitale di Le Syndicat Electronique, It & My Computer e Porn.Darsteller, “My Old Red Car” stende flussi electropop meccanici, futuristici e scavati nei suoni di datate drum-machines, synths analogici e vocoder. Se sono questi gli elementi che cercate in un disco electro fate vostra una delle 300 copie in circolazione.
-Bangkok Impact “Missionary On Mars” (Clone): era un bel pò di tempo che il finnico Sami Liuski non si faceva sentire col progetto da solista che ha portato la sua musica in tutto il mondo. “Missionary On Mars” riflette la strada che il giovane produttore di Rovaniemi ha seguito distaccandosi dall’electro più seminale dei primi tempi (8Bit Rockers, Keyo Laboratories, The Omni Incentive) ed imboccando un mix vivace tra disco ed house. Vicino per stile e costruzione al remix realizzato per “The Dark Side Of The Spoon” del fiorentino Robotnick, “Missionary On Mars” gira che è un piacere, sia nell’Original che nel remix di Mario ‘Raiders Of The Lost ARP’ Pierro, che ne enfatizza il groove. Piacevole anche la Red Planet Mix che spinge su inserimenti tribaleggianti e richiama a gran voce la house di qualche anno fa.
-The Spirals “Without Control” (Darkroom Dubs): se ne parla ormai da mesi ma finalmente tutto è pronto: Fernando Pulichino e Julian Sanza, già noti come Silver City e Ciudad Felix, scalpitano col loro primo album a breve pubblicato dalla Darkroom Dubs, l’etichetta dei Silicone Soul. Il duo argentino (ma ormai londinese d’adozione) costruisce un tracciato ineccepibile pieno di riferimenti alla vecchia disco, al funk e alla moderna electro-dance. “Without Control” è una festa di sonorità estive, escursioni nella musica di ieri (“The Cowboy”, “Open Up”) e di oggi (“Permission To Fly”, “Bomba”, “Rough Transmission”) tra cui ogni tanto si sente anche qualche compromesso (“Plexi”, “Magnify”) che mette d’accordo giovani e non. Per il 17 settembre è fissata l’uscita del singolo “Without Control” che vivrà una seconda giovinezza grazie al remix dei Jet Project.
-Mathew Jonson “Stop” (Wagon Repair): l’eclettismo puro dell’artista canadese è perfettamente nitido nella sua nuova apparizione su Wagon Repair. “Stop” ferma istantaneamente i minimalismi ostentati in releases su Itiswhatitis, M_Nus, Sub Static, Perlon ed Arbutus innalzando e glorificando (udite udite!) una spassionata scia electro-pop con tanto di vocoder e linea di basso funk vicina allo stile Dexter. Incredibile ma vero, il producer di Vancouver strabilia ancor di più con “Real Dreams” con cui imbocca la strada del downtempo che segnala la perdita di velocità a favore di un’esplorazione all’interno di un suono sinora totalmente inedito per Wagon Repair. Il repertorio di Jonson s’allarga ed attesta la coraggiosa svolta in un genere diverso da quello che sinora gli ha portato tanta fortuna.
-Boys Noize “OiOiOi” (Boysnoize Records): anticipato dal singolo “& Down” il primo album di Alexander Ridha (la cui uscita è prevista per il prossimo 21 settembre) ruggisce come un leone in gabbia ed esplode come una bomba ad alto potenziale. Tutti i brani racchiusi nascono dall’uso spasmodico del distorsore e vengono lasciati roteare con impeto su graffianti suoni e ritmi corrosi dagli effetti. Le costruzioni dei beats sono quasi sempre le medesime (ad eccezione di qualche esempio più vicino all’hip-hop come “Deny Selected” e “Wu-Tang (Battery Pt.2)” che si rifà all’Afrika Bambaataa style) come del resto gli arrangiamenti in cui a volte si ode un tocco funk minato da possenti controtempi (“Vergiftet”, “Shine Shine”). Ad ascoltare “Superfresh” pare di avere a che fare con una “Rollin’ & Scratchin'” del 2000, spiazzante inno che eleva ancor di più le quotazioni del giovane berlinese adorato da Soulwax, Tiga ed Erol Alkan ed esaltato da rispettabili quanto autorevoli testate come NME, Mixmag, Dummy e Fact.
-Modeselektor feat. Puppetmastaz “The Dark Side Of The Sun” (BPitch Control): è questo il primo estratto di “Happy Birthday”, il secondo album dei Modeselektor (Gernot Bronsert e Sebastian Szary) che giunge a due anni esatti da “Hello Mom!”. Per l’occasione il rap e il ghetto-tech vanno a nozze (così come anticipato qualche mese addietro da “Weed Wid Da Macka” col featuring di Ninjaman) e, tra dosi di reggae e jungle-electro, pare visualizzarsi lo stile del primo Fatboy Slim. Ci pensa il ritrovato Dylan Hermelijn alias 2000 And One (tornato alla carica dopo un pò di anni d’assenza) a mettere in ordine le misure ritmiche e far diventare quello che sarebbe un brano poco fruibile per le dancefloors un vero tool da giocarse al momento giusto. Quale strana alchimia dovremo aspettarci dall’album ?
-Francesco Passantino “Tuscaniland E.p.” (Whirlpoolsex Music): dopo mesi e mesi di gestazione finalmente esce il “Tuscaniland”, il primo e.p. che l’amico Passantino incide per il mercato estero. Ad incuriosire la Whirlpoolsex di Leipzig sono stati i basslines frementi di “Carnivorous Plant”, i suoni cristallini di “Tuscaniland” che salgono e scendono dalla stesura come se fossero su una scala mobile ed ancora le emissioni gassose di “Holiday In Space”. A tutto poi s’aggiunge il remix della title-track ad opera di Christian Fischer che gioca un pò con gli effetti creando un vortice che in gergo s’identifica col termine rollin’.
-Aa.Vv. “Boxer 50 Jubilee” (Boxer Recordings): tempo di festeggiamenti per la struttura nata a Colonia da un’idea di Eric Braden e Peta Hetkamp. A sette anni dall’esordio (“Adriano” di Frank Martiniq, dedicato proprio al ‘nostro’ Celentano) Boxer rilascia un cofanetto che immortala la release #50 che bisognerà accogliere come un piccolo evento, una sorta di compleanno da festeggiare con patatine, popcorn, torta e candeline. Da un lato i remix più cool per artisti come Handycraft, Johan Fotmeijer, Zentex e Frank Martiniq ritoccati da nomi d’eccezione (M.A.N.D.Y., Tadeo, Michael Mayer), dall’altro il bonus-mix del citato Martiniq che riassume tutto mettendo insieme beats che scricchiolano e scivolano sotto bande magnetiche incuneate nell’hypnotic-style in cui Boxer ha sempre creduto ciecamente sin dalle primissime apparizioni anticipando di gran lunga il movimento del neo-minimal a cui la Germania si poggia ormai da un abbondante biennio a questa parte.
-Cristian Prommer/Muallem “Houseworx Part 1” (Compost Black Label): bisognerà attendere un paio di settimane per poter gustare il nuovo Compost Black Label (il #24) a cui hanno lavorato Christian Prommer e Muallem. Il primo, attraverso “I Come To Play”, ci dona una lunga session di Tr-808 sulla quale s’innalzano improvvisazioni a cavallo tra deep ed acid mentre il secondo, con “I Come To Jack”, aderisce di più alla scuola americana della jackin’ house arricchita per l’occasione da sviolinate deep di natura tedesca (senti Playhouse, Plastic City). Un Black Label diverso dal solito.
-Dasilva “Bossa Napraia” (Suoni Di Jato): una raccolta che tratteggia la filosofia dell’estate, fotografa la giornata da trascorrere in spiaggia con un solo dilemma come quello se prendere il sole sul petto o sulle spalle. Spensierato insomma il tracciato di Dasilva che, ispirandosi al brano omonimo interpretato da Astrud Gilberto, snocciola il meglio del bossanova, del brazil-pop e del nu-jazz. Qualche nome ? Mò Horizons (remixati da Nicola Conte), Lawrence Hill, Ana Flora.
I wish you electric summer. See you again on next september.