Per decenni il vinile è stato il supporto su cui convogliare la musica, di qualsiasi genere e stile. Poi le evoluzioni tecnologiche (cassetta e CD prima, formati digitali poi), hanno trasformato il disco in una sorta di totem, da adorare e rispettare perché icona di passione, dedizione, e, non da meno, feticismo. Dalla concezione meramente commerciale ci si sposta quindi a quella mossa da intenti culturali, proprio come nel caso di Stella, neolabel patrocinata dalla berlinese Private Records di Janis Nowacki, dedita a colonne sonore di film del passato. Dopo aver pubblicato “Paura Nella Città Dei Morti Viventi”, diretto da Lucio Fulci e musicato da Fabio Frizzi, giunge “Mangiati Vivi!”, che raccoglie tutto ciò che il maestro Roberto Donati compose per la pellicola omonima del 1980 di Umberto Lenzi. Al genere detto cannibal, mix tra horror, splatter, avventura ed erotico, Lenzi approda nel ’72 con “Il Paese Del Sesso Selvaggio” e lo affronta ancora in “Cannibal Ferox”, del 1981, che chiude la trilogia. Non trattandosi prettamente di un horror quindi, anche la relativa soundtrack allarga i propri confini abbracciando Funk e Psychedelic Rock. Anzi: probabilmente qui si sentono più le chitarre che gli organi, come attestano brani tipo “Eaten Alive!”, “Stand By”, “Into The Bush”, “Killing 2 Parrots” o “Free Time”, per certi versi vicini ai polizieschi/poliziotteschi degli anni Settanta. Più inclini al concetto di terrore/orrore sono invece “Bloody Rusty Saw”, “Piranhas”, “Cannibal Ferox Theme”, “Iron Nightmare”, “Room Of Fear”, “Evil Eye” e “Ripper’s Coming”. Particolarissima la suddivisione in due tranche di “Jaywalkin’ Iguana”, uno dei pezzi adoperati pure nel citato “Cannibal Ferox”, ricordato per scene particolarmente cruente che gli valsero la censura in molti Paesi del mondo. 500 le copie disponibili di cui 250 verdi, avvalorate dall’impeccabile copertina e da due mini poster. Stella si accinge a distribuire anche la colonna sonora de “Il Fiume Del Grande Caimano” firmata da Stelvio Cipriani (il regista era Sergio Martino), e dimostra di brillare già intensamente nel firmamento di quelle realtà che preservano il passato dall’oblio offrendolo alle generazioni future.