Seppur mai particolarmente attivo, Gesloten Cirkel genera un buzz inaspettato, soprattutto col Moustache Techno del 2011, richiestissimo e finito in alcuni mixati di Resident Advisor. Ma le informazioni su questo misterioso produttore, noto anche come Ratsnake e di probabile nazionalità russa, non filtrano. A distanza di cinque anni, I-f, il primo a credere nella sua musica, torna a scommettere sulle potenzialità di Alexander Kislitsyn (pare sia questo il suo nome anagrafico), prima ristampando il 12″ omonimo e poi pressando l’Album. Quel che emerge subito è l’assonanza con lo stile che proprio l’uomo di “Space Invaders Are Smoking Grass” batteva a metà degli anni Novanta: “Zombiemachine” e “Zombiemachine Acid”, derivate dalla stessa idea, mettono insieme ritmi grezzi ed una voce grave (in stile Jack) che ammiccano ai primi Viewlexx (ricordate “I Do Because I Couldn’t Care Less”?). Altrettanto rude e scarnificato è lo scenario della title track, “Submit X”, dove un sample vocale viene giocato in modo quasi ossessivo. Il registro inizia a cambiare con “Stakan” (e la connessa “Stakapella”), che rimanda al Darkwave facendo leva su un giro di pad davvero simile a quello di un brano prodotto in Italia e che lo stesso Gesloten Cirkel remixò nel 2010 (provate a cercare “Cosmic Cruncher”). Poi prende il sopravvento il suono ad 8 bit dei vecchi videogiochi (“Chatters”), torna a farsi sentire la House increspata dall’Acid (“Feat Liette”), ed anche i battiti sincopati dell’Electro dai rintocchi industriali (“Arrested Development”, “Secret Area”) poi piallati sui 4/4 di “Vader”, tutte plausibili ispirazioni giunte dalle incisioni degli Unit Moebius risalenti agli anni Novanta. Un Album dal discreto valore artistico, che non vede particolari apici creativi che invece più di qualcuno si aspettava da Gesloten Cirkel, riuscito a risvegliare per la seconda volta la Murder Capital.