Jeroen Liebregts alias Radial, dall’Olanda, è uno che parteggia da tempo per la Techno, sia attraverso la sua label, la Audio Assault, sia coi suoi lavori tra cui “Premium”, pubblicato nel 2007 dalla rocciosa Token. “Crux”, uscito a fine Febbraio, riparte lì dove “Deleted Scenes”, edito dalla storica Planet Rhythm di Glenn Wilson, terminò nel 2008. Appare subito evidente come nelle vene dell’artista scorra sangue technoide, e che il suo istinto sia completamente libero da ogni vincolo e costrizione commerciale. La sua Techno continua a procedere per anelli e in ambienti bui (“Excavated”, “Cosmetics”, “Background”), seppur di tanto in tanto filtri della luce. Certo, non tutte le ciambelle riescono col buco: i loop compulsivi fanno di “Tunnels” il tool più noioso dell’intero lavoro, “Another Trail” pare troppo passatista, e i suoni bleepy che rasentano la modalità random in “Karplus” e “Tipsy” sono poco convincenti perché non rivelano un’idea compiuta. Ma dentro “Crux” c’è anche qualche spunto che spinge ad alzare il pollice, come “Fifth Wheel”, in bilico tra sogno ed incubo, con atmosfere sospese marchiate da accordi che ammiccano allo stile dei Basic Channel e di diversi artisti storici della scuderia Kanzleramt (Johannes Heil, Diego). Non da meno sono “Cooze Intro”, che è ben più di un indovinato intro visti i quasi sei minuti di soluzioni post-Dubstep, “Smoking Break”, che si muove tra leftfieldismi, dilatazioni Ambient e rumorismi Glitch, ed “Equation Outro”, che in circa due minuti tratteggia al meglio l’Experimental aphexiano. Peccato però che i contenuti più bizzarri siano stati relegati come bonus (due dei quali co prodotti con Maarten Hoogenboom). Forse a Liebregts interessa maggiormente dare l’idea della Techno coriacea che, ad onor del vero, non intristisce anche se i soliti gorghi a base di loopismo sfrenato probabilmente non sono più l’elemento su cui insistere per dare input positivi ad uno stile musicale in fase di stallo.