The Clover – Processes (Bosconi Records)

The Clover - Processes Andrea Giachetti, Antonio Pecori e Stefano Meucci, insieme dal 2006 come The Clover, hanno avuto modo di esprimere le proprie intuizioni in vari EP, ma e’ in questo Album, destinato alla fiorentina Bosconi Records, che sanciscono al meglio il proprio mood nato sull’intersecazione stilistica e strumentale. Alternando i sintetizzatori a chitarra, basso elettrico e pianoforte, generano un appassionante tracciato in cui convergono due intenti: quello di far ballare e quello di far sognare. La prima parte di “Processes” mira a soddisfare le esigenze della pista, usufruendo spesso del minimalismo tipico della scena berlinese: da “Black Hole”, che potrebbe sembrare una specie di Basic Channel depotenziato ed interfacciato all’onirismo dei Pan Sonic, alle distorsioni discontinue di “The Gash”, dall’ipnosi (un filo narcolettica) di “Jungle Man” alle concatenazioni ritmiche di “Break 4 Luck” realizzato insieme a San Proper, in cui viene agganciato una sorta di Field Recording alternato al Glitch. Transitando per la meno contorta “Phoenix” e per la neutra “Celestial Fog”, ci si addentra nella seconda parte del lavoro, in cui il trio dimostra un’altra faccia della propria identita’ sonora. “Glimmer Of Light” ondeggia su un basso Funk, e celebra un incrocio jazzato mediante un costrutto quasi beatless, che segna un punto a favore della trasversalita’. Altrettanto meritevole e’ “Dorf”, col rimshot che indica la via ed un beat soft a fare da sostegno ad una specie di Electro Downtempo, rigata da un basso acidulo che fa il verso al brano piu’ celebre di Alexander Robotnick, “Problemes D’Amour”, anche se qui sequenziato su BPM piu’ bassi. A sorpresa arriva pure una scarica Techno (“Rolling Down The Hill”), che lascia urlare un tratteggiato Acid. Per concludere “Orange”, una summa di quanto detto sinora, un brano che riesce a combinare la soavita’ dei pad e la ruvidezza dell’Acid, non tralasciando l’apporto Funk. Un mix di frequenze, suggestioni, emozioni: questo il concetto di “Processes”, trasformato graficamente da Rachele Lombardo in una sorta di action painting in copertina.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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