Alessandro Pasini è uno di quelli che appartengono alla schiera dei “nemo propheta in patria”. Attivista da diversi anni in ambito indie, non nasconde la passione per le strumentazioni hardware, quelle che si pilotano attraverso pulsanti da pigiare e manopole da ruotare. La composizione, in tal modo, assume un fascino differente, sembra che la musica venga forgiata dal movimento delle dita, e che il ritmo scorra sotto le mani, come se fosse un pezzo di marmo che muta la forma quando maneggiato da uno scultore. E’ con questo approccio che Pasini realizza il suo secondo album, a circa un anno di distanza da “Collecting Dust”, oggetto di una corposa serie di responsi positivi. Ad essere irradiata è essenzialmente musica House, prodotta secondo quel criterio prima enunciato, quello dell’artigianalità. Loop creati singolarmente e poi montati sulla griglia del sequencer, bassi che entrano ed armonizzano il tutto insieme a spaiati elementi melodico-armonici: questo il veloce sunto di “Removing Dust”, che ad un ascolto più attento rivela diversi punti di interesse. Chi ha messo le mani sui recenti 12″ della 12Records saprà già di cosa si tratta: “Grancartridge” (arrampicata sulla TR-505), “The Vibe” (col basso tubato in stile StoneBridge), “100% Kamelhaar” (tra fluttuazioni quasi Ambient), “Thor Ens Funk” (giochi ritmici), “Like A Trembling H” (con un pizzico di misticismo incastrato nel minimalismo della stesura). Spazio anche a “Salsa House”, remake dell’omonimo di Richie Rich del 1989, e alla magnifica “Italo82” del 2011, un probabile tributo all’Italia di quell’anno, che vinse il Mondiale in Spagna contro la Germania Ovest e che si apprestò ad iniziare il percorso dorato dell’Italodisco. Il brano riappare nella Slow Mix del multistrumentista maltese Melchior Sultana, che sposta tutto sul frangente Nu Jazz (una manna per gli amanti della Compost Records). La voce di The Huge torna a farsi sentire in “Sing It Back”, cover del classico dei Moloko, per poi lasciare campo libero alla House irrigidita di “La Beija” e la singolare “Stories” (The Sghembo Dub), rifacimento di “Stories” di Izi, del 1989, a sua volta remake del più datato dei Chakachas (1972), evoluzione all’interno del Dub/Reggae/Funk. Chiude una bonus track, il remix di “Summer” realizzato dagli (italiani) Irregular Disco Workers, impegnatissimi con la loro Disco House capace di variare impostazione senza perdere mai smalto. A conti fatti, “Removing Dust” rappresenta quella House nostalgica fatta in casa, nata come risultato di produzione istintiva, estemporanea, dettata dall’impeto registrato in real time, senza troppi fronzoli o elaborazioni del segnale, eseguita coi pattern lineari della batteria in cui si alternano cassa, hihat, clap, rimshot e ride. La copertina, infine, ci permette di scrutare un angolo della stanza dove tutto questo è nato.