I Bad Cop Bad Cop (Alex Cortex e Lopazz) ritornano con l’atteso album, a coronare la sequenza di singoli iniziata circa dieci anni or sono. A crederci è l’austriaca Pomelo, storica etichetta viennese che già nei primissimi anni Novanta mostra il desiderio di non relegarsi ad una fascia musicale circoscritta e circostanziata. Il concetto viene abilmente ripreso nel titolo di questo elaborato, la cui uscita è prevista per Febbraio 2013. La Techno dei Bad Cop Bad Cop è multisfaccettata e polistilistica, piena di accortezze tecniche e formali pronte a rendere la materia strutturalmente complessa e completa. Se “Surfin USB” porge una House attraversata dalle onde sinuose del Funk e da inserti percussivi, “Cornplex” ci mette di fronte al turbine della Techno più inselvaggita e ruvida, con scanalature melodiche che compaiono come pixel di vecchi videogiochi arcade. L’intro lunghissimo (quasi due minuti) di “Soulsoul” crea la giusta atmosfera e tiene compagnia sino a quando sale la cassa e si apre uno scenario in cui divampa l’energia, la stessa che permea i veloci beat di “Mudshark Galore”, accompagnati da una sequenza acida che avanza a mò di rastrello, portandosi dietro una tavolozza di effetti onirici. Cambia tutto e radicalmente quando suonano “Cheeky”, “Unicorny”, “Come Swallow Me” e “Retro Futurist”, tra Deep House balearica, Downbeat leggiadro e spiazzanti diramazioni Leftfield. Poi, dopo aver tirato fiato, si riprende con la Techno/House di “Hilton Hihat”, dove si registra la presenza di spaiati sample di piano rhodes (non sappiamo se il titolo ammicchi alla bionda ereditiera convinta che la ricchezza economica possa servire pure per trasformarsi in DJ), e con l’imbizzarrita “Schaschlik”, un vero tornado di blip e drumkit impazziti della TR-808. Altrettanto briose “Bodyless Material”, sagace combinazione tra spunti Punk Rock, scie Progressive House e sequenze ritmiche spezzate, e “Beauty”, in cui si ripropone l’elettronica jazzata e mentale che talvolta propagandava la Disko B, con ricami Krautrock moderni che fanno tornare alla mente Patrick Pulsinger, Neulander e Jan Jelinek. In definitiva i Bad Cop Bad Cop trainano in un cosmo musicale difficilmente classificabile, e mostrano svariate sfumature della Techno che variano a seconda dell’angolazione da cui la si guarda. Anzi, da cui la si ascolta.