Alden Tyrell & Fred Ventura – Don’t Stop (Disco Modernism)

Scarica Alden Tyrell & Fred Ventura – Don’t Stop su Amazon
Dopo la lunga gestazione durata circa un triennio, “Don’t Stop” viene data alle stampe. 300 copie su vinile, e l’ormai quasi immancabile formato digitale, per un brano nato col fine di reinterpretare la classica Italo Disco, per cui Fred Ventura è noto in tutto il mondo, anche se ritengo sia un errore relegarlo al solo frangente Italo, visto che mr. Di Bonaventura non si è mai posto limiti nell’esplorazione musicale, frequentando anche generi non esattamente inclini al dancefloor (ricordate Vibrazioni Productions e la sua Milano 2000?). Comunque sia per la neonata Disco Modernism (nome che divide l’omonimia con la raccolta antologica che Ventura realizza per Clone nel 2008) il filone affrontato è quello evocativo e conservativo, sviluppato per mezzo di un brano che recupera i tratti stilistici di uno dei generi musicali che hanno reso più popolari gli italiani nel mondo. Insieme all’olandese Alden Tyrell (tra i primi che, ormai oltre un decennio fa, diedero avvio alla nuova corrente dell’Italo Disco), Ventura compone un pezzo che i patiti/collezionisti andranno ad incasellare lì dove ci sono altre sue contemporanee gemme come “Without You” (con gli Alba), “My Rhythm” (con gli Ajello), “Open Your Eyes” (con Andy Romano) “Walk With Me” con Sfera Celeste Project e “Memories”, realizzata proprio con Alden. “Don’t Stop” sottolinea storicamente tutte le caratteristiche dell’Italo Disco, con melodia, ritmo e sottile vena malinconica. L’Italoconnection Remix ne estrae ulteriori diramazioni, collegate al Rock e alla New Wave (altra dimensione in cui Ventura si ritrovò nei primi anni Ottanta attraverso il progetto State Of Art, riportato in luce proprio di recente). Disco Modernism si prefigge quindi di seguire la trasformazione pregevole degli stilemi Italo Disco, battendo un percorso che evolve il passato espandendolo in nuove dimensioni.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

Lascia un commento