Scarica Orgue Electronique – Strange Paradise su Amazon
Sebbene ci siano altre pubblicazioni che, nel recente passato, abbiano lasciato pensare al concept dell’Album, “Strange Paradise” è da considerarsi il primo full lenght ufficiale per Orgue Electronique. Impareggiabile socio di Legowelt in numerose pubblicazioni (The Chicago Shags, Legopel, Macho Cat Garage), l’olandese scolpisce la sua musica mediante un sommo equipment analogico, raccolto in anni di passione certosina e talvolta quasi spasmodica. Lasciato alle spalle il periodo Electro, il produttore mostra attitudini House dal 2004, quando incide “Texas, Brooklyn & Heaven”, che riporta in superficie i polverosi suoni della grezza House di Chicago. “Strange Paradise” segna l’apoteosi dell’animo chicagoano di Orgue Electronique, ormai maturo e consapevole, ma lontano dall’essere considerato un banale clone degli eroi del passato. Certo, gli undici brani qui messi in sequenza, potrebbero essere confusi per cose incise tra 1985 e 1988, ma la chiave di lettura è quella di una riproposizione di un segmento storico, generoso di emozioni e di calore del suono processato in analogico mediante Roland, Yamaha, Korg ed altri cimeli d’annata. L’autore propone un’articolata galleria sonora relativa alla scena di Chicago, e parte in pompa magna attraverso un featuring d’eccezione, Robert Owens, che canta su “Our House”, una sorta di “Circus Bells” con meno ruderie. Lo show continua tra riflessi dark e vigore ritmico (“Longing”), con l’uso del drumming più intenso in cui si posiziona una spirale acida (“Whatchamacallit) e con panorami dipinti egregiamente dagli archi (“Undergrowth”, col featuring di Fre2K). Altre prove, come “Meant To Be”, “Saturated” e “Real Rainforest”, non aggiungono ulteriori dettagli a quanto già descritto, e vagano con coscienza anche tra rimembranze della House di Detroit targata Underground Resistance (“Relieve Me” e la quasi romantica “Wind Of Summer”). “Dance Of The Robins” stipula la collaborazione con Alden Tyrell, altro baluardo della scena olandese ormai quasi del tutto votato alla House: la sinergia tra i due ripesca a piene mani dal catalogo Trax Records e D.J. International Records, con arterie ritmiche che fungono da dialogo tra uomo e macchina. Conclude il Reprise di “Sunn”, ultimo tassello di un mondo di storie surreali, aderenti alla riscoperta di un passato ancora ricco di facoltà espressive, a cui l’artista accede per mezzo di una macchina iconica per i cronoviaggi, la mitica DeLorean del Ritorno Al Futuro di Robert Zemeckis, immortalata in copertina.