Fiero – L’Homme Bionique (Sauroid)

Con molta probabilità, in un futuro non troppo lontano, l’uomo verrà creato in laboratorio. Sarà l’uomo bionico allora, con braccia, gambe, cervello e cuore artificiali. Eppure, quando James Cameron diresse Terminator, nel 1984, quel cyborg programmato per sterminare la razza umana, in un post-apocalittico 2029, tutto sembrò solo frutto della fantasia più fervida. Segno che i tempi sono cambiati, e che dobbiamo aspettarci davvero di tutto da un futuro ormai diventato presente. In questo scenario trova spazio il Mini-Album di Fiero, bassista e musicista di Bogotá (Colombia), col pallino della Synthetic Disco in chiave 80s. I suoi brani rivelano una duplicità di intenti, da un lato fornire un senso di stabilità e concretezza con l’utilizzo di strumenti veri (basso, chitarra), dall’altro sventolare la bandiera ideologica del cosiddetto future-retrò ottenuto con un invidiabile armamentario analogico di altri tempi (Minimoog, TR-808, JUNO-60, JUNO-106, JX-3P, MS-20 ed altro ancora). Risultato? Otto tracce (aperte e chiuse egregiamente da un intro ed un outro) che profumano di passione e voglia di divertirsi, dalla radiofonica “Exotica” (in compagnia di Rah) alla sfavillante “Armadillo” (chiaramente ispirata dalla Disco Hi NRG di Bobby Orlando), dalla virtuosa “Rush Street Gang” (con la chitarra di Charles ‘Chuck’ Norris ad infiammare il combo Electro Funk) alla moroderiana “Carrera” (con la voce di Justine Cortez che strizza l’occhio alla Donna Summer di “I Feel Love” e alle chitarre funky à la Gino Soccio), sino alla tenebrosa “Pink Droid” (le tastiere sono di Danny Zeill, ricordate la sua “Champu” firmata anni addietro come Daniel Diamond?) e la kraftwerkiana “Radioactividad”. Il tutto è registrato su un vecchio Revox A77 (ecco svelato il motivo del fruscio di sottofondo, ormai una rarità in un mare di pubblicazioni digitali troppo perfette), quasi la ciliegina sulla torta di un lavoro dedicato a chi oggi crede che la realtà sia più futuristica della fantascienza.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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