Ennesimo alias per Patric Catani, che in oltre quindici anni d’ininterrotta attività ha prodotto davvero di tutto, dall’Hip Hop alle Soundtracks, dall’Hardcore al Chiptune, per dimostrare come nella musica i confini siano del tutto inutili e controproducenti. Party Catani è lo pseudonimo che il tedesco aggiunge alla già folta lista, col fine di dare un nome ad uno dei suoi tanti volti musicali, e siglare un nuovo patto d’alleanza con la musica Hardcore. La Cock Rock Disco di Donna Summer (il bislacco Jason Forrest, tra i primi a credere nel Breakcore) non si scompone di fronte a brani che faranno storcere il naso a chi ritiene di avere i gusti raffinati. Catani si sbeffeggia di chi parla di elegante Deep House e Minimal, e per farlo utilizza dodici trivelle che mandano in saturazione ogni impianto. Da “Wake Up”, squarciata dall’epico vocal Let There Be House! a “Beautiful”, Techno Rave che ripesca lo zanzarismo anni Novanta, da “Valentine”, Acid presa a pugni da una possente cassa, ad “Erotic Conflict”, a ricordare i bei tempi del movimento Hardcore che contagiò anche l’Italia. “Boss” rivela venature Fidget, attinenti il Jumpstyle, analogamente a “Nasty Girls” che varia la metrica ricorrendo alla terzina. Poi si riprende a marciare con l’imbestialita “Fat Gal”, “Unchain My Tips” tocca il mondo dei videogiochi, mentre “Man From The Old School” ed “Ayauasca Experience” dimostrano tutta la voglia di tornare indietro di vent’anni, e rivivere i momenti in cui semplici basi e loops carpiti da ogni dove facevano ballare milioni di ravers. Hardcore, in stile DJ Promo, è quella di “Moscow Love”, mentre la chiusura è ad appannaggio della Gabber più inselvaggita compressa in “Party Time”, degna delle migliori serate al Cocoricò delle annate ’94-’96 in compagnia di Cirillo. Il digipack racchiude un poster in cui l’artista mostra, come il più tenace dei trasformisti, alcune delle sue impersonificazioni.