57 uscite in 5 anni: questo il risultato della Basserk, nata a fine 2005 da un’idea dei 3-1 e professatasi sin dal primo momento la “casa del Pistol Pop”. Abbandonato del tutto il formato vinilico (causa ovvi motivi legati al costo elevato oggi difficilmente ammortizzabile), Basserk prosegue la corsa attraverso il digitale e, di tanto in tanto, il CD, supporto a cui sono destinati i progetti più rilevanti. E’ il caso dell’album dei Nobody Beats The Drum (Sjam Sjamsoedin, Jori Collignon e Rogier van der Zwaag, tutti da Amsterdam), che scrivono tredici tracce da vertigine. Gli amanti dell’Electro House/Rave placheranno il proprio impeto coi brani racchiusi in “Currents”, legati tra loro dal filo (rosso) dell’Electro House più rumorosa, dirompente, che fa sudare. La ricerca strutturale del suono ne risente un pò, visto che di realmente innovativo qui c’è poco e nulla, ma ciò è controbilanciato dall’energia che ripaga alla grande. In tracklist c’è comunque qualche gradita sorpresa, come “Nine Doors”, dove il Drum n Bass incontra la Jungle e il Dubstep, come “Light Bulbs” in cui il Breaks divertente e scanzonato viene filtrato nei 4/4, come “Blood On My Hands” dominato dall’imperioso suono dei timpani, o come “Natural Thing” in cui il bassline canta a squarciagola le distorsioni. Apprezzabile anche la voglia di superare i confini del sentito mediante “Girls Suck”, Dubstep con pizzichi Skweee, e “Death Ray”, impazzito mosaico di tessere di sid style (leggi videogames arcade ad 8 bit). Il resto è un’altalena di ritmi e suoni che sottolineano l’aderenza del trio olandese alla scena Nu Rave, particolarmente apprezzata nel Nord Europa. Ps: per festeggiare il suo primo lustro di attività, Basserk ha creato Pistol Pop Magazine, un giornalino (cartaceo e a colori) dedicato al mondo Basserk. Nelle 48 pagine del primo numero potrete trovare interviste a molti artisti dell’etichetta, tra cui gli stessi Nobody Beats The Drum.