Uomini Di Mare, Piante Grasse, Teste Mobili: più di qualcuno ricorderà DJ Lato per questi progetti di taglio Hip Hop, ma l’artista di Senigallia è tornato con qualcosa di completamente nuovo. A partire dal nome, Latootal, in inglese Latutal ma un’interpretazione più concettuale ce lo mostra come il vecchio alias allo specchio, in una sorta di versione palindromica. Loopmannaro Breaks #1 (altro gioco fonetico) fa suonare sia beats di matrice Hip Hop e Dub che altri più coinvolti nella scena dei 4/4. Ed ecco che torna a farsi sentire l’idea dell’immagine riflessa. Dalle misure sincopate di dbqp, Pavimento Fertile e Streets si passa al movimento della cassa in quattro, che nonostante la linearità metrica, continua a far schioccare le dita, battere il piede e muovere la testa a tempo. Ma nell’album c’è un altro elemento importante, il Funk, che fa capolino in Good Luck, Isolato, Vado A Naso (dove scorgo assonanze coi The Prodigy), Gogna (una sorta di Trip Hop meno tenebroso del solito), e The Gate, ove campeggia un assolo di tromba che fa molto New Jazz. Calibro 114 frulla samples tratti da Solo Per Te di Riccardo Sinigallia, ma lo scenario cambia radicalmente con La Cassa E’ Un Diritto prodotta a quattro mani con DJ Aladyn: qui si sfonda il muro della Nu Rave, quando i suoni s’increspano e il reticolo della cassa funge solo da corridoio per trainarsi dietro tutto un cosmo di arrangiamenti Techno quasi liquefatti. I Dadamatto figurano nell’altrettanto pulsante Scilla & Cariddi, ispirata dalla vecchia mitologia ellenica. Credo che il punto forza dell’album (tendenzialmente legato al concetto del loop, da poter riadoperare in futuro mediante rivisitazioni) sia la compenetrazione tra più elementi e la coesione di formule eterogenee (i bpm, dagli 85 ai 134, parlano chiaro) atte a preservare la creatività, dote che al beatmaker marchigiano non è mai mancata.