Non c’è niente da fare: certa musica necessita il formato fisico per non essere snaturata dal suo habitat sonoro. Questa affermazione non ha alcuna relazione con il livello di artisticità, ma semplicemente riflette la tipologia di pensiero che gli amatori di certa musica (sottolineo amatori, non DJs) continuano a portare avanti senza il timore di essere additati come retrogradi. Ve la immaginate una label come La Forme Lente disponibile in mezzo a migliaia di tracce che suonano tutte uguali sul portale digitale di turno? Non se ne abbiano a male i seguaci di Hawtin, ma qui non si scherza, nè tantomeno si scimmiottano mode. Gregg Anthe in arte HNN (acronimo di Hsilgne Nekorb Ni) si dimostra capace di riproporre il suono Minimal Wave con una classe ineccepibile. Ben otto i brani raccolti in una sequenza che farebbe innamorare ogni nostalgico della New Wave di trent’anni fa. Da “Life X-Press”, che fa il vezzo a cose che ci avevano fatto ascoltare anche Le Syndicat Electronique, It & My Computer e il compianto Porn.Darsteller qualche tempo fa, a “Renouveau Ordinaire”, dominata da sequenze di bassi analogici e keyboards emozionali d’annata, ben preservate da denaturalizzazioni dettate dalla pessima idea di far piacere a tutti i costi alle nuove generazioni ciò che invece appartiene irrevocabilmente al passato, da “Mono”, dove un assolo suadente di violino viene troncato da voci robotiche e beats sintetici, ad “Iris”, spassionata Minimal Wave stazionata tra il Dark e l’Electro, con interventi vocali che mi ricordano il più recente The Horrorist. L’indubbia capacità artistica dell’autore si denota bene anche tra le righe (del pentagramma) di “Exhibition”, dalla sensibilità melodica eccellente, un vero tripudio di polifonie analogiche fuoriuscite da qualche esperimento idealmente forgiato nei primi anni Ottanta. Tocco più Synth Pop invece è quello di “A Step Outside”, dove gli snodi armonici sembrano quasi fatati. Grazie a “Propagande” e “Pièce Radiophonique”, infine, ci si cala nelle tenebre dell’Ambient/Darkwave, una caduta libera nei gironi infernali dove un assolo di pianoforte ammicca a qualche scena di A Orange Clockwork. Un suono collocato tra Solvent e Keen K, con esternazioni Pop di Tobias Bernstrup o Roland Sebastian Faber. Siete riusciti ad accaparrarvi una delle 500 copie disponibili?