Spesso presente nei line-up degli eventi europei più importanti (Love Parade, MayDay, Nature One), Takkyu Ishino è senza ombra di dubbio uno dei DJs nipponici più popolari al mondo. Creatore dell’evento Wire che, in poco più di dieci anni, ha creato intorno a sè un’invidiabile reputazione a livello internazionale, Ishino vanta una fitta discografia contraddistinta da genialità tecniche nonchè da un valido background culturale. Sulla Müller dell’amico Beroshima torna a ben 12 anni da “Matadors Of Techno”, con un Mini Album in cui raduna 7 tracce. Ishino è uno che ha masticato tanta Techno, sia americana che europea, e lo capiamo da brani come “Feb4”, con un loop vocale incastrato nel ritmo, e “Spring Divide”, con un pizzico di gusto Latin oscillante tra suoni digitali e percussioni nere. “SpinOut” si rifà in modo più o meno chiaro alla House dei primi anni Novanta, seppur trattata con impeto moderno in modo da non creare l’effetto (per alcuni fastidioso) retrò. “Hukkle” (nata su un sample di Makigami Koichi) assomiglia al materiale Cadenza, Get Physical Music o Cocoon Recordings, in mezzo a loops ed una trombetta che fa molto “summer style”. Attingendo da Techno e Deep House nasce invece “Arek”, progressiva nella stesura ed emozionale nell’esecuzione delle melodie. “Y.H.F.” è l’altro brano che risente in modo particolare dell’impronta europea, in questo caso con un sample tratto da The Conet Project ad appannaggio di un buon tool Deep House ben arrangiato e non dominato passivamente dal loop. La sorpresa è in chiusura, con “7th Tiger” che sprigiona energia attraverso vaghi accenni Acid inchiodati agli hit orchestrali su base breakkata: il risultato ricorda certe cose che i The Chemical Brothers racchiusero nei primi album “Exit Planet Dust” e “Dig Your Own Hole”. Non ha l’impatto di “Suck Me Disco”, “Stereo Nights” o “Anna – Letmein Letmeout”, ma al termine si ha quel piacevole senso di compiutezza artistica, prerogativa che invece manca a molti prodotti europei editi negli ultimi mesi.