Non si sono ancora ben capite le intenzioni di Bobby Orlando, nome leggendario dell’Electronic Disco negli 80s, considerato uno dei padri (se non l’iniziatore) dell’Hi NRG. La voglia di tornare a calcare le scene c’è, già da qualche anno (nel 2005 esce “Outside The Inside” e nel 2010 il poco convincente “Bright Nothing World”), ma al momento non è ancora chiaro come il musicista e produttore americano voglia capitalizzare il nuovo iter creativo. La scarsissima propensione a rilasciare interviste (pare che l’ultima risalga al 1996) ha certamente alimentato la sua storica ed influente figura, ma nel contempo ha fatto della sua musica una reliquia, ispiratrice di una moltitudine di artisti (difficile quantificare chi, negli ultimi venticinque anni, lo abbia campionato legalmente e non) ma comunque qualcosa al di fuori dal tempo in cui viviamo. “Social Contract Theory”, come già avvenuto nel precedente “Bright Nothing World”, tenta la ricollocazione ma in modo anomalo (una distribuzione poco efficace, una promozione praticamente inesistente). Hi NRG pompata ed energica è quella di “Dress Up Girls”, “Forever Is Not Long Enough”, “Broken World” o “When The Right One Comes Along”, tutte molto simili tra loro (forse troppo) ed inquadrabili in uno stile che qualcuno, in rete, ha già nominato Hi NRG 2.0. L’ascolto prosegue su “Identity Energy”, “I Need You More Right Now”, “Temporary Lives” ed altre cose che probabilmente neanche val la pena citare, perchè private di quell’estetica che invece rendeva irresistibili i brani di Orlando trent’anni fa. Neanche la ballata lenta “Freedom Is Only A Word” riesce a far cambiare il vento, perchè alla fine sembra che tutto sia stato assemblato con pochissimi mezzi e latitante creatività. A partire dal ritmo, con gracassa marcatissima, pacchiana e chiaramente digitale, al posto della più “sporca”, imperfetta ma calda sequenza analogica dei bei tempi di “She Has A Way”, “I’m So Hot For You”, “Passion” o “Native Love Step By Step”. Il risultato sembra più vicino all’Hi NRG prodotta in Italia negli anni Novanta col solo intento di essere esportata in Giappone, (mischiata peraltro all’Hard House anglosassone e a certa Trance rumorosa). Allora la domanda è solo una: perchè agire mostrando carenze anzichè restare in silenzio e salvaguardare l’immagine da innovatore che in tantissimi serbano nel cuore?