Che la londinese Bear Funk sia, a ragion veduta, una delle etichette ispiratrici e sostenitrici del neo (?) movimento Nu Disco è assodato: in circa otto anni di frenetica attività ha contribuito a fare di un esperimento che qualcuno abbozzò già nei Novanta (come Daniel Wang, Faze Action o i Metro Area) una più che valida alternativa alle ormai inflazionate ed infiacchite Minimal Techno e Tech House. Svariati italiani, poi, forse complice la vicinanza con l’Italo Disco a cui la Nu Disco fa anche riferimento, si sono mostrati desiderosi di dare il proprio contributo, ma Giorgio Sancristoforo resta indubbiamente tra quelli a cui le cose riescono meglio, con creazioni sentite e studiate e non dettate dalla fretta di fare catalogo. La sua musica suona come punto di scambio e connessione tra House, Disco e Funk, in cui ogni elemento è calibrato alla perfezione e sembra recitare un ruolo come un attore fa sul set. Niente è lasciato al caso, ogni brano evoca sensazioni differenti rispetto al precedente, smuovendo le corde dei ricordi e di sensazioni immerse nelle pellicole 70s (“Postcards From A Nervous Breakdown”, “What’s It Like To Be There?”) piuttosto che nella plasticità ritmica degli 80s (“Breathe” e “Shivers”, arricchite entrambe con un pizzico di sound Indie). In questo magico puzzle c’è anche spazio per il romanticismo beatlesiano di “Station To Station”, per il gusto della canzone di “Easy Pretender”, e per l’orchestralità tantrica dei synth di “Silvie” che dilatano parecchio la portata del sound di Tobor, lasciando spiazzato chi si aspettava solo 4/4 per battere il piede a ritmo. “Guitar Voodoo”, poi, apre la porta della Disco e del Funk vissute con massima espressione, sintetizzando ritmo e basso come in davvero pochi oggi sanno fare. Il pezzo tira dietro di sè quei quattro (meravigliosi) brani che nel 2008 furono racchiusi nel “Disco Moog EP”, decretando un’esplosione di gusto sopraffino nella programmazione di bassi slappati (“Disco Moog”), riferimenti alla Space Age francese di fine anni Settanta di Jean-Michel Jarre, Space, Alec R. Costandinos, Charlie Mike Sierra, Arpadys, Black Devil (“I Feel Loved”, “Gamma Gamma”, quest’ultimo ispirato, anche nel titolo, da “Mammagamma” dei The Alan Parsons Project), nonchè vibrante e fibrillante Disco Funk (“Shooting Star”). Sfido chiunque a parlar male di un disco come questo.