Quando si prendono in esame dischi come questo sembra, per un attimo, di vivere in un’altra epoca. Mentre il mondo si avvia alla totale digitalizzazione di ogni tipo di contenuto (dall’editoria alla musica, passando per gli ormai irrinunciabili servizi telematici), vi è ancora chi investe in plastica circolare, e, a dispetto di chi trascorre giornate intere a spippolare filtri (virtuali) con l’ambizione di coniare la Techno o la House del nuovo millennio, c’è chi preferisce rifarsi all’estetica di generi passati e spesso finiti nel dimenticatoio, come Italo Disco, Synth Pop e New Wave. Passione per un tempo che (forse) mai più verrà, o più secco antistoricismo? La critica qui si spezza in due tronconi, ma è innegabile che dietro cotanta costanza nel trattare stili che per i cultori restano imbattuti si celi sicuramente tanta consapevolezza. La stessa che c’è sempre stata nelle apparizioni della Falco Invernale, minuscola etichetta francese che con la media di due volte all’anno torna per dare conforto a chi proprio non riesce a digerire il predominio ritmico nella Dance elettronica di oggi. “Fat Boy” è una sventola, facilmente confondibile per un brano del 1984 o giù di lì, quando in auto si usavano solo le cassette e a casa (e in discoteca) solo i vinili. Il viaggio a ritroso negli anni prosegue con “Somebody Else’s Boyfriend”, che s’innesta su un Synth Pop coi crismi fatto essenzialmente da basso, melodia e vocals, tutti impastati con un beat a basso costo e programmato senza la pretesa di fungere da protagonista. Qualche riferimento più diretto all’Italo Disco (delle prime annate) ben campeggia in “An Insidious Poison”, con un basso rotolante (il cosiddetto cavalcato) e tanti echi malinconici portati dal vento New Wave che spirava dalle terre anglosassoni. Qui la voce di Saralunden sembra una sorta di ibrido tra Sally Shapiro, Client e (certe) prove di Miss Kittin di qualche tempo fa. Chiude la sensuale “Touch Me Now”, col battito della cassa più incisivo, strappato in alcuni punti da qualche sonoro blip, a fare da anello di congiunzione tra i Pet Shop Boys di “West End Girls” o “Always On My Mind” e la corrente moderna del Synth Pop ed Italo Disco, avviata da attivisti del settore come, per l’appunto, Tobias Bernstrup che qui si occupa anche della splendida copertina. Siete anche voi tra i 300 nostalgici che potranno accaparrarsi questa prelibatezza?