Cosa lega l’Italo Disco, le colonne sonore degli anni Ottanta, il Synth Pop, l’Obscure Disco e la New Wave? La musica di Antoni Maiovvi. Nato a Bristol ma residente a Berlino, l’artista ha già dimostrato, nelle poche ma ineccepibili precedenti produzioni, di saper bilanciare tristezza ed euforia, pacatezza e ritmo, senza far pendere l’ago della bilancia da nessun lato. In un periodo in cui la stragrande maggioranza della musica elettronica viene riprodotta per mezzo del loop, c’è qualcuno che vira andando incontro a qualcosa di ben più studiato ed argomentato. Maiovvi, nei quattro brani riservati a Sauroid, tira fuori il meglio da un equipment talmente vario da confondere le idee anche al più esperto, eseguendo la connessione e cucitura stilistica tra due mondi che continuano a combaciare quasi perfettamente. Da un lato gli iconici 4/4 della musica House e Techno, dall’altro l’orchestralizzazione di tutta una serie di suoni, atmosfere, accordi, bassi che aprono le tende di fronte ad un panorama Rock e New Wave. “The Variable Man”, “Fingerprints”, “VHS”, “Many Machines On Ix, New Machines”: tutte rappresentano, in un modo o nell’altro, la coesione (mai forzata) di più influenze, di sfumature tonali che un ascoltatore attento non si lascia sfuggire. A fornire un indirizzo diverso sono i tre remixes che completano l’EP: da Düsseldorf arriva Hyboid (Astro Chicken) con una visione decisamente spaziale quanto cosmica, dal ritmo quasi impalpabile ma dal fascino melodico sognante, da Berlino giunge Keen K (Das Drehmoment, Perfect Stranger Records, Radio Cosmos, Dominance Electricity) con una reintepretazione di sana Electro interfacciata ad elementi Gothic e Minimal Wave, e, per finire, da Bristol l’accoppiata Vast & Bulbous (resident dell’I Feel Space) con quella che suona come la rivisitazione più martellante, con la cassa e le percussioni quasi Techno che poi lasciano spazio al classico basso ottavato e a tutta una serie di divagazioni melodiche. Esplosione di ricordi analogici nella nostalgia cosmica.