Ve li ricordate i primi Trasformer (senza la “n” nè la “s”)? Quelli con gli Autorobots capeggiati da Commander e i Distructors guidati dal malvagio Megatron, che fecero innamorare e sognare chi (come me) era ragazzino nei primi anni Ottanta. Fondamentalmente la magia di quei giocattoli era legata alla trasformazione della forma e della funzionalità che di solito variava da robot ad automezzo. Ho ritrovato quella prodigiosa mutazione anche in Maurizio Pustianaz che, accantonate le prove sperimentali degli anni Ottanta e Novanta vissute come Gerstein, muta nome reincarnandosi in Noisebrigade. Il produttore-giornalista (è uno dei fondatori dello storico Chain D.L.K.) decide di avventurarsi su sentieri tipicamente electroidi, contraddistinti da sonorità e ritmi meccanici, suoni sintetici ed atmosfere cinematografiche da science fiction. “I Robot” ed “Inside Trader”, che i più attenti avevano già ascoltato in “Cathodic Dreams”, si muovono a scatti, proprio come le creature meccaniche che per decenni hanno affollato le più celebri storie della narrativa fantascientifica, e tra basslines, vocoder e leads fosforescenti, la fervida immaginazione potrebbe portare alla visione di qualche disco volante. Altrettanto robotiche e gelide le altre tracce dell’EP, come la cristallina “Production Chain”, la futuristica “Oil Driller” e la più briosa “Commander 1”. Ad impreziosire il tutto ben tre remix: su “I Robot” mette le mani il tedesco The Exaltics che ricostruisce le trame in una ombreggiata visione cinematica, mentre gli svedesi Faceless Mind e il greco Binalog Freq fortificano la struttura di “Inside Trader”, i primi con un basso a spirale abbinato ad un beat di TR-808 in 4/4, il secondo con riferimenti più palesi alla tavolozza ritmica dell’Electro old school abbinati a divagazioni melodiche che fanno del tutto un classico esempio di astral music. Siete pronti a trasformarvi in robot?