Noisebrigade – Roboto EP (Sauroid)

Ve li ricordate i primi Trasformer (senza la “n” nè la “s”)? Quelli con gli Autorobots capeggiati da Commander e i Distructors guidati dal malvagio Megatron, che fecero innamorare e sognare chi (come me) era ragazzino nei primi anni Ottanta. Fondamentalmente la magia di quei giocattoli era legata alla trasformazione della forma e della funzionalità che di solito variava da robot ad automezzo. Ho ritrovato quella prodigiosa mutazione anche in Maurizio Pustianaz che, accantonate le prove sperimentali degli anni Ottanta e Novanta vissute come Gerstein, muta nome reincarnandosi in Noisebrigade. Il produttore-giornalista (è uno dei fondatori dello storico Chain D.L.K.) decide di avventurarsi su sentieri tipicamente electroidi, contraddistinti da sonorità e ritmi meccanici, suoni sintetici ed atmosfere cinematografiche da science fiction. “I Robot” ed “Inside Trader”, che i più attenti avevano già ascoltato in “Cathodic Dreams”, si muovono a scatti, proprio come le creature meccaniche che per decenni hanno affollato le più celebri storie della narrativa fantascientifica, e tra basslines, vocoder e leads fosforescenti, la fervida immaginazione potrebbe portare alla visione di qualche disco volante. Altrettanto robotiche e gelide le altre tracce dell’EP, come la cristallina “Production Chain”, la futuristica “Oil Driller” e la più briosa “Commander 1”. Ad impreziosire il tutto ben tre remix: su “I Robot” mette le mani il tedesco The Exaltics che ricostruisce le trame in una ombreggiata visione cinematica, mentre gli svedesi Faceless Mind e il greco Binalog Freq fortificano la struttura di “Inside Trader”, i primi con un basso a spirale abbinato ad un beat di TR-808 in 4/4, il secondo con riferimenti più palesi alla tavolozza ritmica dell’Electro old school abbinati a divagazioni melodiche che fanno del tutto un classico esempio di astral music. Siete pronti a trasformarvi in robot?

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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