Nel mare magnum degli alias coniati da Danny Wolfers nell’ultima decade, Nacho Patrol è tra quelli più passionali. Il musicista de L’Aia continua a reinventarsi e reinventare la propria materia sonica, materializzando e smaterializzando mondi, ambientazioni, riferimenti e circostanze: laddove qualcuno non l’avesse ancora capito, si parla di un artista che con la musica ha un rapporto del tutto speciale. Wolfers è talmente idealista che anche quando “sua maestà” Sven Väth si accorse della sua “Disco Rout”, nell’ormai lontano 2002, facendole fare il giro del mondo grazie alla ristampa sulla blasonata Cocoon Recordings, evitò di ripetersi preferendo perdere una consistente fetta di pubblico per restare in possesso del proprio istinto creativo. L’occhialuto e quasi sornione Danny corre indietro nel tempo trovando, per l’occasione, rifugio negli anni Settanta traformandosi nel protagonista di un poliziottesco o crime-movie, un mix tra Starsky & Hutch e S.W.A.T., tra Il Braccio Violento Della Legge e CHiPs. Ecco, Nacho Patrol è la fotografia musicale di quel periodo, quando i vari Lalo Schifrin, Mark Snow o Alan Silvestri edulcoravano coi loro themes scene di violenza, inseguimenti rocamboleschi, pedinamenti inevitabilmente coronati da schianti di lamiere, fattacci di cronaca nera sviluppati tra prostitute che si ribellano, bevitori incalliti, sparatorie ed omicidi di ogni tipo. Edito dall’australiana M Division, che aveva già appoggiato Nacho Patrol in un’apparizione nel 2009, “The Africa Jet Band Album” è un autentico crocevia di straordinaria emotività trasudata dal ritmo Afrobeat, dagli archi sinfonici, dalle fibrillazioni Funk, dai sussulti House. Dieci le tracce disponibili, di autentica e conclamata verità stilistica, pregne di vigore quanto di rigore nel mantenere al meglio la rotta cominciata nel 2008 sull’italica MinimalRome (col fantastico “The Maze Of Violence (Il Labirinto Di Roma Violenta)”, primo tassello targato Nacho Patrol). Dovendo scegliere le migliori ci si ritroverebbe in seria difficoltà, soprattutto per il rischio di citare qualcosa a scapito di altro, ed allora non resta che snocciolare la playlist integrale, brano dopo brano, lasciandosi sconvolgere piacevolmente dalla magia che Wolfers riesce ogni volta a creare con la sua Musica.