Noto ai più per “Bay Of Figs” che nel 2006 sdoganò nel campo della Nu Techno berlinese il basso in levare da noi reso insopportabile per l’uso smodato ed irrazionale coincidente tra la fine degli anni Novanta e il primo lustro del Duemila, Marc Houle torna sulla label di Richie Hawtin con un nuovo album. Il DJ e produttore fa sapere che le tracce di “Drift” non sono altro che la sintesi e la trasposizione sonora dell’inverno berlinese del 2009-2010: temperature costantemente sotto lo zero costringono a restare al calduccio a casa o, nel suo caso, in studio a smanettare con computer e vecchi synths analogici. Un inverno gelido e prolungato crea nell’inconscio dell’artista canadese una sorta di depressione e frustrazione. La valvola di sfogo resta la musica, che assume i contorni di una città imbiancata dalla neve. Le tracce racchiuse in “Drift” sono glaciali e dominate dal grigio, colore che chi vive a Berlino tutto l’anno ha imparato ad associare, prima di ogni cosa, alla volta celeste. S’inizia con “Inside” (con un intro decisamente simile a quello della Nikita Mix di “No Way Out”, storico brano di Francesco Zappalà del 1992), per poi proseguire la marcia su funerei tools (“Seeing In The Dark”, “Sweet”, “Drift”) in cui la cassa in 4/4 squarcia un incantato scenario innevato tendente all’Ambient. Il punto più inconsueto (quasi fosse un punto nero su un foglio bianco) è segnato da “Hitcher Man”, scandito da una batteria pseudo Nu Disco e suoni revivalisti alla Alter Ego. Forse il maggior apporto danzereccio potrebbe spingere la label ad approfittarne per farne un singolo da dare in pasto a qualche remixer. Poi tutto cambia di nuovo: la sensazione che si avverte quando suonano “The Next”, “Melting” ed “Hammering” è quella di avere a che fare con un disco dalle referenze IDM, paragonabile alle incorporee visioni sonore di artisti come Jan Jelinek, Deadbeat, Robert Lippok o Matthew Herbert in cui spadroneggiano percussioni artificiali, forse catturate durante una passeggiata tra Kreuzberg e Prenzlauer Berg sotto la pioggia battente. O magari sotto una più delicata e meno rumorosa nevicata nel Mitte, davanti alla Brandenburger Tor o all’imponente Fernsehturm.