C’era una volta l’Electro di Detroit, quella levitata su letture di romanzi di fantascienza, incentrata sul tema della robotica e della colonizzazione dello spazio. La scena, ai tempi, era tutta di Model 500, Aux 88, Drexciya, di alcuni Underground Resistance e di altri visionari quanto creativi manipolatori del ritmo che seppero dare una risposta coerente e significativa all’Electro viscerale dei teutonici Kraftwerk. Il post-Detroit Electro, ossia tutto quello che si è sviluppato in epoche più recenti e non necessariamente negli studi della Motor City, è cominciato circa dieci anni fa, quando una delle due ‘menti anfibie’ dei Drexciya, James Stinson, ci ha lasciato prematuramente. Fu allora che si pensò di tributare il suo incredibilmente significativo apporto alla musica elettronica attraverso una serie di produzioni e riproduzioni più o meno fedeli a quelle originatrici del fenomeno. Tra i più agguerriti sostenitori di questa neo scuola stilistica c’è Gatis Pastars, dalla Lettonia, scoperto da DJ Hell nel 2005 e voluto sulla sua International Deejay Gigolo col pazzesco “Constellation Mixes” che mosse i ricordi di tutti quelli che iniziavano a sentire la cronica assenza dei Drexciya (nonostante i diversi progetti portati avanti dal solo Gerald Donald). Il sound di -=UHU=-, un nome che sembra quasi una formula matematica (in realtà è l’acronimo di Universal Human Underground), rende giustizia all’Electro acquatica dei citati Drexciya coi classici leads melodici e i bassi contorti di “Celestial Coordination” a fare da cornice su beats programmati senza pensarci troppo (i 4/4 vengono marchiati dall’alternanza di cassa, hihat e snare). A seguire “Enter Water Subway” che i più attenti ricorderanno di aver già assaporato in “Time Liquidias”, uscita (digitale) del 2009 siglata sull’americana Transient Force: anche in questo caso i riferimenti all’Electro astrale si sprecano. Qui il producer lettone si riaggancia più che bene a quel che il duo di Detroit ha maggiormente relegato all’ambito Dance (come “Fusion Flats”, “Hydro Doorways” e “Digital Tsunami”, tutti finiti sulla tedesca Tresor) ma preferisce utilizzare melodie solari e quasi ridanciane anzichè le più ricorrenti gelide e spettrali tipiche di questa forma di Electro. Mai alleggerito dalla voglia di sperimentare, Pastars si rilancia nelle ambientazioni post-atomiche con l’Original Funk Mix di “Funkatizer”, ben scandita da un fraseggio vocale robotico e supportata da un pulsante groove che in pista fa il suo dovere. Con l’Undersea Mix, firmata con lo pseudonimo Elektridas, infine ci dà prova di saper agire anche nell’ambito della musica d’atmosfera, una sorta di Ambient evocato da materializzazioni oniriche (ed anche in questo caso il paragone con Drexciya è quasi d’obbligo, citando gli ultimi LP pubblicati, “Harnessed The Storm” e “Grava 4”). Pur sfruttando suoni che gli appassionati e cultori già conoscono, i pezzi di -=UHU=- continuano a sondare piacevolmente il futuro risultando sempre ‘freschi’. E’ proprio vero che la coerenza rende immuni dall’invecchiamento.