Dall’etichetta spagnola fondata da Juanpablo, tra le poche ad essere sopravvissute alla rovinosa crisi economica e musicale che ha azzerato molte realtà della penisola iberica, continuano ad arrivare piacevoli sorprese, soprattutto per quel che concerne le uscite riservate al formato vinilico, come questa. Gli ArD2, duo ancora troppo poco conosciuto ma con tutte le carte in regola per farsi notare, fanno registrare il loro esordio con un progetto che tende a rivalutare, per l’ennesima volta, l’Electro dei tempi passati ma che, a giudicare dal numero crescente di producers e labels che la usano come motivo ispiratore, non è ancora da reputare archiviata. “Inside The Rock” sembra quasi galleggiare su soffici cuscini di suono astrale, e la sua particolarità risiede nell’essere una storia narrata da una voce fuori campo, dall’effetto ‘sbarco sulla Luna’. Più vigoroso invece lo sferragliante mosaico ritmico di “2085”: destati dal torpore iniziale, i due prendono il giusto mood per oscillare in mezzo a suoni meccanici. Con “Awakening” si tende a tornare indietro, sull’uso delle voci utilizzate come modulo d’incastro in suoni melanconici posati su una stesura bucata al centro da un distorsore. Di pregio i remixes, sia quello che Juanpablo realizza proprio per “Awakening”, tentando (non invanamente) una sorta di reincarnazione nella Detroit Electro in stile Underground Resistance, fibrillante nel ritmo e nell’uso (moderato) di melodie arpeggiate, sia quello dell’immenso Heinrich Mueller (per “Inside The Rock”), che declama a gran voce i dettami della sua Electro scientifica, restando sospeso a mezz’aria, quasi per magia di una levitazione innescata da un suono minimalista e spesso sospinto in lugubri antri. La Frigio ha già messo le grinfie sull’album degli ArD2, lavoro da cui potrebbero provenire i nuovi spunti per la cosiddetta Sci-Fi Electro di cui si fecero promotori, anni fa, i tedeschi Kitbuilders.