Come anticipato poco più di un mese fa, la Disco Volante di Cloned In Vatican va a completare il progetto “Gaucho” pubblicando la seconda tornata di remixes, codificata per l’occasione come Bullet 2. Forte di un supporto non indifferente da parte di DJs e producers sparsi per il mondo (da Beroshima a Bottin, da Mark du Mosch a Savas Pascalidis passando per Snuff Crew, Francesco Farfa, Flemming Dalum e Crème De Menthe), la traccia gode della rilettura in quattro chiavi ben distinte che danno al tutto un indirizzo sonoro globalmente completo. Gli (italianissimi) Hard Ton, tra le rivelazioni più eccitanti degli ultimi mesi non passate inosservate all’estero (i loro brani sono già usciti su Dissident, Permanent Vacation ed International Deejay Gigolo), variano la formula dell’iniziale Electro Disco in una portentosa House dal fascino (ancora) retrò, con rimandi alle produzioni di Chicago. Vitalizzante, nonchè elemento di richiamo, la voce in falsetto, diventato ormai un marchio di fabbrica per il progetto nato sull’asse Bologna-Venezia. Da Milwaukee (Wisconsin) (ri) torna, visto che era già nel Bullet 1, Gabe Catanzaro, con un riepilogo di sonorità vintage che attingono, palesemente, dal campionario Italo Disco. La tipica asperità del suono analogico tende ad immortalare con quanta più fedeltà possibile il periodo musicale a cui il produttore americano, scoperto da DJ Hell nel 2000 quando fu definito un probabile nuovo ‘reuccio’ dell’Italo Disco, è devoto. Giunge dal Belgio poi la rivisitazione di Valyom e Karada, che uniscono le forze dando vita ad un mix tra Disco, Funk ed House. In questo caso il punto cruciale è offerto da un assolo di pianoforte che riporta, diretto, agli albori della Italo House di fine anni Ottanta. Il ritmo, ben sostenuto, offre un valido supporto al refrein tratto dall’Original Mix, variato nella parte finale con un’inedita melodia eseguita sui pads. Ultima, ma unicamente per ordine di apparizione, la versione degli inglesi Missile Crisis (Peter Burton, già Semi-Functional, ed Alan Mundie), ricca di modulazioni armoniche malinconiche e di snodi ritmici quasi Krautock, con affinità al materiale che di solito esce su D.C. Recordings ed Eskimo. Ai posteri l’ardua sentenza.