Insieme a Tomas Barfod dei WhoMadeWho, Kasper Bjørke è uno dei DJ producers danesi più attivi e rispettati. “Standing On Top Of Utopia” giunge direttamente dal cuore della nightlife di Copenhagen, dove l’artista è riuscito a ritagliarsi, in anni di dedizione ed impegno, un posto di rilievo. Reduce dei successi più commerciali ottenuti in coppia col citato Barfod con cui forma i Filur (ricordate “It’s Alright”, “I Want You” o “Shame”?), Bjørke torna col suo secondo album da solista, dopo “In Gumbo” del 2007 su cui mise le mani addirittura la Sony. Di Filur rimane intatta la voglia di stupire l’ascoltatore rapendolo in un vortice di stili centrifugati tra loro ma ad andare persa è sicuramente l’attitudine Pop, rintracciabile in esigue porzioni. E’ chiaro segno che il danese intenda dare al lavoro un’impronta più seriosa, che prenda le dovute distanze da quello che generalmente viene definito cheesy, e l’ascolto dei dieci brani ci dà ragione. L’influenza maggiore arriva dal Funk, che scandisce il 90% dell’elaborato: in “Animals” gli sbilanciamenti verso la post Disco sono coordinati dalla voce di Louise Foo, “Young Again” attinge dal Pop nordico (Röyksopp, Goldfrapp, Kings Of Convenience) pur essendo appetibile anche per la dancefloor, “Dasko Vanitas” è Disco in slow motion in cui si cela lo zampino dell’americano Kap10kurt. “Efficient Machine” è il punto di sutura tra una jam session acustica di post Punk anni Ottanta ed un brano di Lindstrøm, “Melmax” è forse il pezzo più rivolto al mondo del djing, con frequenze di basso chemicaliane ed una struttura che fa molto Extended Mix, “Alcatraz” è Pop mistico farcito di puro Funk moderno. Con “Great Kills” il musicista imbocca la strada di una sorta di Ambient depressurizzato, etereo, alla Leftfield, con “Heaven” si toglie la voglia di coverizzare un classico dei Rolling Stones immergendolo in una soluzione alcalina alla (quasi omonima) Björk, “Fido & Friendly Ghost” è una squisita reinterpretazione della Deep Techno e, per finire, “Fasano” è l’incrocio tra New Wave e Synth Pop d’ambiente cinematografico, un susseguirsi di modulazioni alla Legowelt o Solvent e di ambientazioni alla Carpenter. Un disco di classe, ricco di influenze disparate che rivelano quanto sia grande il bagaglio culturale di questo artista.