Atteso ormai da diversi mesi, il secondo volume della SOM arriva giusto in tempo per gli ultimi acquisti natalizi. La piccola etichetta tedesca è da sempre incline all’Electro di stampo Dark e futurista: probabilmente i suoi fondatori (Nico Jagiella e Robert Witschakowski) hanno preso a modello l’altrettanto sotterranea Bunker di Guy Tavares, pur optando (sinora) per la pubblicazione esclusiva in CDr. Per l’occasione Solar One Music propone un cofanetto dalla superba confezione (dispiace rovinarla ma per raggiungere il cd è necessario) in cui sono compresi 15 brani di altrettanti artisti capaci di dimostrare quanto ci sia ancora da esplorare nel campo della musica elettronica. Ad aprire il sipario è Beta Evers che, con “Abyssal”, rispolvera parte delle tematiche sonore affrontate in passato dalla sua Kommando 6, a cui segue AS1 con “Walking On Fire”, sbilanciato verso la Chicago House in stile Mick Wills. Accomunati da atmosfere sinistre ed alquanto funeree sono i brani di MANASYt, SLF e Cestrian. Il nipponico Spartacus ironizza sui gusti sessuali dello Jedi (lo ricordate in Star Wars?) con la sua “Jedi Was A Gay” che, insieme all’altrettanto massiccia “My Cool” di Hadamard, apre la parabola marciante sul ritmo. “System Escape” di System Insurgent è il tipico esempio del mix tra old e new school, tra gli Aux 88 e Dopplereffekt, tra passato e futuro. Stilisticamente paralleli i contributi di Koova e Nimoy: il primo conferma il proprio estro e lascia sperare in una rosea carriera, il secondo mostra voglia di riscatto dopo un periodo troppo lungo di stasi creativa. L’itinerario di SOM poi varia ulteriormente, vagando tra l’Electro Industrial (izzata) di Shemale e l’Ambient sperimentale di Alex Nôrinh, transitando per la singolare forma di Post Electro Rock forgiata da The Exaltics e Gunnar Malich e i sobbalzi idraulici dei Crotaphytus. Tutto si svolge sotto la campata del nero, colore rimarcato anche dal CDr che ferma la sua tiratura, come consuetudine ormai impone, alle 100 copie.