JPLS – The Depths (M_nus)

JPLSForse il più visionario degli artisti appartenenti alla folta quanto blasonata scuderia M_nus, JPLS viene ricordato spesso come uno di quelli in grado di limare la Minimal Techno per ricavarne dell’ottima Dark Ambient. Jeremy Jacobs, questo il suo nome anagrafico, si è spinto sempre in territori sonori piuttosto inusuali per la musica Techno da ballo, sino a lambire il materiale adatto più all’ascolto e quindi non composto sotto la campata della cassa in 4/4. Per edificare il suo flusso musicale che, come un’onda magnetica, si abbatte sull’ascoltatore, infatti utilizza i drones dall’ipnotismo sbalorditivo. Nelle otto tracce confluite in “The Depths”, il secondo album dopo “Twilite” del 2007 ed una serie di EP che già divulgavano le idee in questione, raduna ben pochi elementi riconducibili alla Dance (qualche cassa spaiata, un paio di rim shots e poco altro) preferendo di gran lunga ricomporre le forme in una dimensione di assoluta sperimentazione entro inedite frequenze, decisamente più vicine all’Experimental. “Reset”, “Zero-Point”, “Basis”, “Convolution”, “Collapse” e “State” rifrangono il concept che Hawtin diede alla M_nus tempo addietro, ossia quello di lasciarsi ispirare dalle teorie della sottrazione delle forme canoniche della musica. Quasi un salto nel buio pesto, lì dove non si sa cosa si andrà a schiacchiare con i piedi. Per chi preferisce le misure spezzate c’è “Fold” mentre i minusiani più legati alla forma più classica della musica elettronica troveranno appagamento in “Displacement”. “The Depths” è un album creato sotto una capsula di vetro, che emana suono ovattato, in sordina, programmato quasi con la paura di svegliare un neonato che dorme beato nella sua culla. Pertanto alla fine si potrebbe parlare, senza paura di sbagliare, di Abstract Techno, sicuramente incomprensibile per chi pensa di conoscere Richie Hawtin ignorandone la sua storia.

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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