#194 -Elettronica tenebrosa nell’album dei Padded Cell

Richard Sen e Neil Higgins sono i Padded Cell. Archiviate le rispettive esperienze come Bronx Dog e Dirty Beatnik, i due mettono in moto il progetto che la londinese DC Recordings ha già proposto in più occasioni dimostrando di avere una predilezione per le ispirazioni provenienti dalla musica dei Goblin (Claudio Simonetti docet), Bush Tetras e Velvet Underground. Nel suono dei Padded Cell le tenebre rappresentano una componente essenziale, insieme al rock ovviamente. Di conseguenza “Night Must Fall” suona come un disco che incrocia acustica ed elettronica, due mondi ben calibrati ed avvicinati da una ricca serie di collaborazioni, tra cui Dennis Young dei Liquid Liquid e gli italiani The Diaphanois (Andrea Bellentani e Marco Maccari). Come si assiste nelle releases di labels come Eskimo o Bearfunk, anche qui si associano ritmi dancerecci al suono di strumenti veri come sassofoni, bassi, batterie e trombe. Tra le tracce più esaltanti “Word Of Mouth” (col featuring di Chloe Battant), “Triple X Syndrome”, “Far Beneath London” e “Konkorde Lafayette”, con un sample tratto da un vecchio brano di Raphael Corderos (Ninja Tune). Un disco ubicato tra una soundtrack di Carpenter ed una galoppata electro-funk.

-Aa.Vv. “SmaSHits” (Shitkatapult): tra le etichette meno legate a contesti commercia(bi)li, la Shitkatapult di T. Raumschmiere ed Apparat compie dieci anni. Il suo percorso è costellato da novità stilistiche, azzardi, attitudini disparate, contaminazioni e combinazioni audio inedite: tutto ciò si ritrova anche in “SmaSHits”, non il classico ‘best of catalogue’ ma un sunto, realizzato mediante undici tracce, dell’espressione shitkatapultiana maturata in un decennio di attività. Ed ecco scorrere le musiche di Deichkind, Fenin, Das Bierbeben, Dirty Dishes, T. Raumschmiere feat. Ellen Allien, Marc Marcovic, Studio Braun ed altri, uniti dalla passione per la noize-techno, il rock e l’hip-hop d’avanguardia. Ricco d’inventiva, “SmaSHits” è indicato a chi inizia a non poterne più di loops e suoni palleggiati.

-Mathew Jonson & Adam Beyer “Big Dipper” (Wagon Repair): “Big Dipper” è l’esplosivo brano nato sull’asse Vancouver-Stoccolma. I due autori uniscono le proprie esperienze esternando ritmi techno detroitiani e sinuose linee acide che covano a lungo trovando modo di deflagrare solo alla fine, in mezzo ad un campo minato da riferimenti ebm e qualche pad nostalgico alla Dave Clarke. Sulla b-side trovate il remix di “Marionette”, il brano che ha aperto le porte del successo per Jonson. La rilettura segue una visione impostata sui movimenti del ritmo, gonfio e compresso, in linea con la ricca produzione svedese che Beyer tramanda insieme ad altre star connazionali quali Dahlbäck (ovviamente Jesper), Joel Mull e Cari Lekebusch. Un disco del genere non si può che amare.

-Dj Godfather “The Detroit Connection Pt. 3” (Matrix Music): ecco la terza parte di un gran progetto partorito dalla slovena Matrix Music, sempre più attenta nel concedere spazio alla storia della musica elettronica delle ultime due decadi. Quello di Dj Godfather è un autentico capolavoro dell’arte del djing: 66 i brani (si, avete capito bene), mixati in poco più di un’ora. Il ciò equivale a dire un brano al minuto. Mix frenetico ma sempre scorrevole per una tracklist che vede nell’80% dei casi la presenza dello stesso Dj Godfather affiancato dall’amico Dj Omega. Il restante 20% se lo contendono Dj Rashad, Non Stop Dj’s, Dj Clint, Cool Daddy, Surgeon, Deeon, Erotek, Dj Spin, Aaron Carl e gli Aux 88. Tra techno, hip-hop, electro, acid, detroit e chicago-house vivacizzate da scratch e cutting, “The Detroit Connection” è un pezzo di storia, vestita col cappello nero con il logo di NYC, pantaloni oversize e skateboard alle mani.

-Roberto Rodriguez feat. Max C. “Ride With Me” (Compost Black Label): già noto per Future Beat Investigators nonchè per una folta serie di uscite su Raw Fusion, Sonarkollektiv, Laka e Frisbee Tracks, quello di Roberto Rodriguez è uno dei nomi migliori in ambito deep-house, settore che, per fortuna, continua ad agire in parallelo a quello più modaiolo del minimal-tech-house. A dargli la possibilità di espandere ulteriormente la sua già ricca discografia è la Compost Black Label, ormai sempre più lontana dai principi cosmici: “Ride With Me” è un brano scuro, localizzato tra deep e progressive house, incanalato nei binari della musica proposta da artisti come Sasha o John Digweed. A dare un pò di colore è la voce dalle venature soul di Max C., lo spunto che potrebbe fornire la marcia in più per trasformare il brano in una hit. Oltre alla Dub troverete anche “Too Late”, una visione house dominata dal gusto tedesco del momento.

-Strange Connection “A Jewel Between The Trash E.p.” (Elektrocuts Records): nell’attesa che la Properproud riprenda il suo normale corso i suoi fondatori, ossi Santiago Serrate e Roger Salmerón, rilasciano tre tracce sulla digital-label madrilena Elektrocuts. “For You” è grintosa electro-techno, come poca al momento in circolazione, “Midnight In Paris” è già nelle grinfie di Dave Clarke per la sua potenza, e “Spain Scene” lascia vedere l’influsso dell’electronic-body-music che si fa più nitido e possente. Un e.p. utile per ballare e sudare rispolverando i bei momenti passati in compagnia di David Carretta, Chaotik Ramses, Gallen, Stamba, Millimetric ed altri astri della techno contagiata dall’ebm di Front 242 e Nitzer Ebb.

-Andrew Weatherall “Watch The Ride” (Harmless Records): Weatherall è uno di quelli che fa il bello e il cattivo tempo, non solo in riferimento al suo cognome. Storico nome della club scene britannica, oggi assembla un nuovo mix-cd di musica non interamente dance, anche se tra vari esperimenti dub e funky si cela comunque la classica misura quaternaria. Cosmo Vitelli, Mock & Toof, Padded Cell, Simian Mobile Disco e Fairmont sono solo alcuni dei protagonisti di “Watch The Ride”, ravvivato da molte altre presenze di spessore nonchè dai remix dello stesso Weatherall realizzati per E.S.C. e per The Blacklips. L’uscita del cd è supportata da un tour iniziato all’East Village di Londra lo scorso 11 aprile e che si concluderà il 7 giugno al Doc Martin di Los Angeles.

-Lars Wickinger “Aladin” (Lebensfreude): dopo aver conquistato l’attenzione di labels come Traum, Opossum e Curle, Lars Wickinger aggancia la Lebensfreude con un brano dalle chiare inclinazioni orientali. ispirato dal celeberrimo personaggio fiabesco di Aladino, “Aladin” è la lampante esternazione della sintesi tra tech-house e neo-trance. Bassline ben nitido ed una sottile linea melodica, eseguita con una sorta di flauto, sono le caratteristiche peculiari del brano, disponibile anche nel remix di Patrick Zigon, maggiormente incuneato nella musica techno-dub teutonica, con la melodia giocata negli effetti. Esiste anche una b2: “The Ghost”, in cui il ritmo prende il sopravvento lasciandosi accerchiare solo da percussioni digitali.

-Aa.Vv. “Tech My House 2” (Elektrotribe): il secondo volume di “Tech My House” riparte lì dove era finito il primo. Dieci le tracce inedite, non mixate, fruibili sia dai dj’s che dagli amanti dell’iPod. E questa volta la label tedesca ci fa davvero fare il giro del mondo: dall’Australia (Pete Nouveau) all’Inghilterra (Digital Filth), dalla Germania (Moog Conspiracy, Breger) alla Francia (Voodoo J) sino alla Svizzera (Damian Deroma) e Cipro (Alex Tomb). Tutto in 65 minuti di fibrillante scarica ritmica, tagliata di frequente da accenni melodici e refrains scarnificati. E’ questa la musica dance del nuovo millennio.

-Acquaviva & Zenker pres. A 2 Z “Bread & Butter” (BluFin): quando due nomi leggendari s’incontrano il risultato sfiora quasi sempre la perfezione. E’ il caso del progetto A 2 Z che torna con un brano da gustare in tre versioni. L’Original, basso in levare a parte, è ben assemblata e si presta ad essere utilizzata dai dj’s che prediligono la seconda generazione del fenomeno electro-house influenzato, seppur in parte, da un ritorno della melodia. Più sinuoso il remix di Dada Life mentre quello di Namito ci riserva il tocco distorto alla Deadmau5 che faciliterà l’ingresso di “Bread & Butter” nelle charts internazionali.

-Aa.Vv. “Muting The Noise 01” (Innervisions): l’idea di “Muting The Noise” si accende in occasione di un viaggio in Giappone. Il presupposto di partenza è quello di consumare l’amore per l’ambient, per la musica da camera, per l’elettronica alla Brian Eno. E’ possibile lasciar fluttuare la mente con Karma, I:Cube, Stefan Goldmann, Terre Thaemlitz, Tokyo Black Star, Henrik Schwarz e con degli irriconoscibili Âme. E poi, da non prendere sottogamba, la presenza di un maestro come Klaus Schulze, considerato uno dei papà dell’ambient contemporaneo, con “Invisible Musik”. Prendete un bel respiro e calatevi nelle materie gassose di “Muting The Noise”: dopo l’ascolto avvertirete uno strano ma gradito senso di appagamento.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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