Nell’attesa che la storica Moon Age riprenda il suo corso attraverso la nuova uscita firmata da WJ Henze e Redhead, Masaya ‘Q’Hey’ Kyuhei fonda, insieme all’amico Shin Nishimura (Plus) la Kasuga Recordings (Kasuga, in giapponese, indica il giorno primaverile in cui fioriscono i ciliegi). “Planetary Alliance” non è altro che un frizzante album di techno di ottima fattura fatto di esplosioni laser (“Discharge”), grovigli elettrici (“Random Access”, “Somebody’s Bomb”, “Organic Matter’s Gone”), scie minimali (“Transfer”), grooves infiammati (“Detect”, “Exterminate” e le due versioni di “Melissa”) ed infiltrazioni break (“The Battle”). Su tutte però c’è la deflagrante “Torojan Horse”, un violento intruglio techno-funk alla Kagami tagliato da un break centrale in cui cutoff e resonance si dilatano in modo spropositato. Un ottimo lavoro per Q’Hey. già noto in Europa per il progetto Q-Ram ideato col tedesco Ramon Zenker (BluFin). Ps: forse non tutti sanno che il nipponico fu coinvolto dalla Roland, ormai dieci anni fa, per la composizione di patterns e demo-song della popolare groovebox MC-505.
-Wagon Cookin “Start To Play” -remix- (Compost Black Label): i fratelli Garayalde sono di nuovo all’attacco con “Start To Play”, già proposta nel Black Label #12 uscito circa un anno fa ed estratta dal recente album “2 Faces”. L’occasione di ripresentare al pubblico il brano interpretato da Aqeel 72 è fornita da tre nuove versioni curate dall’estroso Christian Prommer (Fauna Flash, Trüby Trio, Voom:Voom): dalla Main Mix, che oscilla su una vibrante deep-techno-house alla seducente Piano Mix dalla quale s’eleva il caldo suono del pianoforte per finire sulla Jam Mix, la più elettrificata e scavata nell’elettronica laminare.
-Maximillion “Bring The Horn” (Nuuf Music): quando ho letto il nome dell’artista di questo Nuuf #006 il pensiero è corso ai Max-A-Million che svettarono, nell’estate del 1995, con “Fat Boy”. In realtà il foneticamente simile Maximillion è un progetto dietro il quale armeggiano Dan Bewick e Jan Kaleniuk messi sotto contratto dalla newyorkese Nuuf per questo “Bring The Horn” che però, almeno per le mie orecchie, suona un pò troppo commerciale. Suoni alla Perpetual Motion (ricordate la hit “Keep On Dancing” ?) tendono allo stile ibizenco degli anni novanta riletto in chiave moderna. Più intrigante la Ventura Mix che in certi punti pare dar fiato al datato Lion Rock. Se non fosse per quei brutti samples vocali da stadio e luna park …
-Tiefschwarz “Original” -remixes- (Souvenir): aria di festeggiamenti per Ali e Basti Schwarz, fautori di un vero e proprio fenomeno che nel tempo ha inglobato al suo interno anche Peter Hoff e Jochen ‘Smallboy’ Schmalbach. I fratelli celebrano nel 2007 il decennale dell’attività all’interno della musica, una variabile della loro carriera costellata di successi vista l’iniziale predilezione per deep-house, il soul e la bossa (ricordate l’album “RAL9005” del 2001?) andata progressivamente smembrandosi a favore di concetti più connessi al materiale elettronico. “Original” viene data in pasto al genio di Carl Craig che la trasforma in una scalata fibrillante di suoni e ritmiche zompettanti aperte al dolce pad solo dopo il break centrale, all’imprevedibilità dei Turntablerocker, che optano per un mix funky-electro-house e gli italiani Drama Society che preferiscono adagiarsi su micro distorsioni e fluttuazioni cerebrali raggiungendo come risultato un tool ipnotico e circolare come la lama della più potente delle motoseghe.
-Sascha Funke “The Acrobat” (BPitch Control): dopo aver vissuto per qualche mese a sud della Francia mr. Funke ritorna a Berlino dove ha fissato il suo nuovo studio d’incisione proprio di fronte all’ufficio di BPitch Control. Per la serie ‘dalle mani del produttore a quelle dell’etichetta’, “The Acrobat” si propone con un sound lievemente noioso almeno per le costruzioni fin troppo loopy. Degne di nota sono invece le infiltrazioni funk-techno che ricordano certe cose alla Marco Carola. Il remix è quello di Phillip Sollmann alias Efdemin, reduce dell’album su Dial, che lascia un segno più intenso grazie ad un groove colorito da percussioni ed arrangiamenti vicini alla corrente tech-house/deep. Pare questa la strada che l’artista berlinese batterà per il suo secondo full-lenght, follow-up di “Bravo” del 2003, probabilmente pronto per la fine dell’anno.
-Marco Passarani “Stato Stasi” (Pigna): la nuova stagione discografica di Pigna (assente dalle scene dall’autunno del 2005) riparte sotto il nome di Passarani. Il dj-producer capitolino, che ha visto aumentare le sue quotazioni in modo esponenziale dopo l’uscita dell’album sull’inglese Peacefrog, incide “Stato Stasi” e “Nova” riflettendo sulle nuove strade da percorrere all’interno del labirintico mondo della house. Ora più deep, poi più groove, il buon Marco riesce ad interfacciare con abilità disarmante la scuola di Chicago a quella di Detroit sulle quali si posa la sua devozione. Una grande ripartenza per Pigna, tra le etichette italiane più adorate dalle platee internazionali.
-Housemeister “Radio 4 You” (All You Can Beat): questa volta la musa ispiratrice di Martin Böhm è l’amica Katrin Turner che, con la sua voce sibillina, prende posto sulle partiture della title-track contraddistinta da echi disco sovrapposti a strascichi industrial ed ebm. “Lifelike” invece è stata programmata con la Playstation Portable su una spiaggia tailandese: dentro troverete di tutto, dal Tb 303 ai filtri, sequencer e voci tutti abilmente mixati col joystick. La presenza della Turner si fa risentire in “Samesame, But Different” in cui campeggiano su tutto melodie pizzicate ma la migliore rimane, a mio modo di vedere, “Mika” in qui il berlinese si diverte (ancora) a giocare col suo Speak & Spell (in Italia lo chiamavamo il Grillo Parlante) allacciandolo ad un twist elettronico davvero coinvolgente e a melodie che si dilatano toccando il gusto rock. Che sia dedicata al fenomeno pop dell’anno (Michael Penniman) ?
-Monoblock “La Otra Cara Del Enano” -remixes- (Immigrant): il duo uruguayano formato da Guillermo Miranda e Martin Teysera incide il primo 12″ vinilico dopo una serie di esperienze in digitale. A credere nel loro sound è Robin Porter che commissiona quattro nuove versioni dei brani di un e.p. uscito durante lo scorso febbraio. “Galgo”, riletto dagli stessi Monoblock, assume un’andatura rollin’ (alla Luca Bacchetti per intenderci) mentre “Lugomi” gode di un rework di Tim Xavier dal carattere scuro ed ipnotico come le recenti cose su M_Nus. Sul lato b “El Baile Del Enano JardÃn”, ricostruita da Alexi Delano ed Xpansul, un vibrante costrutto che mette insieme la techno di ieri e di oggi mai lasciata dormire sulle sonnecchianti stesure del minimal. A chiudere è la versione che il citato Porter ha realizzato riconfigurando “Enanoide” estraendone la natura deep-micro-house con stabs e percussioni adatte ai dancefloors del 2007.
Electric greetz