#152 -Il Festival Dell’Innovazione a Roma

E’ tra il complesso museale dell’Ara Pacis e Piazza Augusto Imperatore che si terrà, dal 7 al 10 giugno, il Festival Dell’Innovazione. La manifestazione, ideata dalla LAit (acronimo di Lazio Innovazione Tecnologica), è concepita come un mosaico di eventi mirati a sottolineare le innovazioni tecnologiche che oggi conquistano la vita quotidiana abbracciando un target eterogeneo che spazia dall’appassionato al semplice curioso. In particolare, nelle serate dell’8 e del 9 giugno, dalle 22 alle 24, Piazza Augusto Imperatore si offrirà come palcoscenico per due sviluppi tematici dedicati rispettivamente al tempo e allo spazio. Il compito di tracciare il profilo evolutivo della musica elettronica, dalla fine degli anni settanta ai giorni nostri, è stato affidato ad Alexander Robotnick e Francesco Zappalà (affiancato da Francesco Passantino) mentre l’analisi in forma più estesa dei fenomeni che hanno interessato la musica negli ultimi venti anni sarà effettuata dal tedesco Savas Pascalidis e dall’austriaco Christopher Just, entrambi provenienti dalla celeberrima International Deejay Gigolo Records, la label tedesca di Dj Hell. La direzione artistica dell’evento è curata da Giosuè Impellizzeri, ben conosciuto nell’ambiente per una massiccia produzione editoriale che supera le oltre seicento pubblicazioni annue mentre la conduzione sarà affidata alla frizzante Sofia Santori, giovane promessa della radiofonia italiana, reduce dell’esperienza sul canale satellitare Hit Channel ideato da Claudio Cecchetto ed attualmente nella squadra di Radio Kiss Kiss.

-Aa.Vv. “Kitsuné Maison Compilation 4” (Kitsuné): il progetto si pone come una bacchetta da rabdomante che facilita la scoperta di un collage musicale da ascoltare in macchina, nei clubs o con le cuffie, ma sempre a volume altissimo. La tracklist inizia col pop etereo di Darkel in cui pare di galleggiare su una sorta di nuovo Profondo Rosso e poi prosegue con la nuova acid-house di The Whip, i low-fi di Feist (riletti dall’onnipresente Boys Noize), l’indie rock dei Foals che raccoglie quel che rimane dell’electroclash, la bleepy-house degli Hadouken! (lievitata in seno ai ricordi del mitico Street Fighter) e la funky-dirty-electro dei Passions pronta ad essere testata sulla dancefloor. Incuranti di generi e nazionalità di provenienza, i ragazzi di Kitsuné continuano a scegliere musica anticonformista senza paura di perdere il proprio pubblico.

-Sir Real “Apocalyptica E.p.” (Satamile): arriva da Birmingham la musica di Neil Spragg, in arte Sir Real, divenuto una delle pedine migliori mosse dalla Satamile. Le tipiche sfibrate break attecchiscono in modo deciso ad “Ascension” che, in alcuni tratti, sembra far rivivere l’hydraulic-style di Marco Bernardi. Una vera e propria festa di vecchi suoni anni novanta si tiene in “Landscapes”, inselvaggita ancora dalle ritmiche che sfidano le leggi del tempo e che metteranno in seria difficoltà i dj’s che si cimenteranno in mixaggi sulla classica consolle di mixer e giradischi. Incisa per lungo sulla logo-side invece è “Schorched Earth”, più vicina a certe soundscapes appartenenti a film di fantascienza e ravvivata dai nuclei di basslines grezzi che a volte esplodono e in altre si ritirano. Usatelo solo in presenza di un pubblico preparato.

-Lindstrøm & Prins Thomas “Reinterpretations” (Eskimo Recordings): la musica degli scandinavi Lindstrøm e Prins Thomas è un radioso esperimento a cavallo tra l’elettronica e i grooves cosmici per l’occasione non costretti alla danzabilità. “Reinterpretations” è il contenitore di una serie di reworks di alcune tracce prelevate dall’album edito sul calare del 2005, tutti ubicati tra spassionata funk-disco, polvere cosmica, percussioni boogie ed anche un romantico mid-tempo. Una più che valida alternativa al meno musicato minimal tedesco.

-Mihai Popoviciu “Televised Society E.p.” (Vokuhila): il giovane rumeno, lanciato nel 2005 dall’International Deejay Gigolo, approda su Vokuhila con un disco che abbraccia l’electro-pop, meccanico come certe cose che uscivano tra 2001 e 2003, e ravvivato da vaghe presenze punk. Tra le quattro “Televised Society” che spicca, nonostante l’evidente semplicità della stesura, per una parte filastroccata che personalmente mi ricorda i vecchi lavori di Generation Aldi. Più incisivi sono i battiti di “Deep Into Carpathian Woods” che stringe bassi alla Black Strobe a ritmi alla The Hacker in una scia che a volte pare seguire la strada del rave anni novanta. Da segnalare anche la copertina con Manfred, simbolo dell’oltraggioso mondo Vokuhila, immortalato mentre si pettina compiaciuto la sua chioma scura. Ma in realtà il suo pensiero corre altrove … per sapere dove vi basterà dare una sbirciata sul retro.

-Lenny & Duffy “Lost Forever” (Yellow Tail): la ‘sorella’ di BluFin torna nei negozi di dischi a poche settimane dall’esordio. Protagonisti di questa release #002 sono Dino Lenny e Simon Duffy uniti in “Lost Forever” per una sorta di minimal-noize-techno che viene scandita nel tempo da una cassa sequenzata sul modello di “Blue Monday” dei New Order. Più massiccia e piena di grinta è la versione remix di Andrea Doria che si diverte nel distorcere i lead-synths e celebrare il suo personale modo d’intendere l’electro, un costrutto ipnotico che paga in parte il tributo alla vecchia techno tedesca arricchita per l’occasione da tetre linee di synth che tendono la mano ad uno stile più orchestrale.

-Bjørn Torske “Feil Knapp” (Smalltown Supersound): considerato alla stregua di un padre spirituale della sempre eccitante scena di Bergen che negli ultimi anni ha fornito nomi altisonanti come Röyksopp ed Erlend Øye, Torske ritorna con un album che, come di consueto, prende spunto dal passato per plasmare musica per il futuro. Iniziando con punte di ambient orchestrale il nordico interpella un polveroso vocoder e basslines cosmici per edificare un afrofunk spaziale poi lasciato per recuperare una vecchia consolle arcade e giocare a Space Invaders. Tra le più luccicanti c’è “God Kveld”, forse sovraccaricata di percussioni ma decisamente accattivante per un sostegno sinuoso degli arrangiamenti (una parte vocale la completerebbe in modo eccelso). Una parata di stile per il nordico che conferma le già indubbie qualità.

-Aa.Vv. “Sampler #1” (Roccodisco): Roccodisco è la nuova label fondata da Rodion (Gomma Records) e il Dj Hugo Sanchez el tremendizmo con l’obiettivo di indicare la strada della disco-dance moderna, lievitata su ricordi sbiaditi dell’infanzia ed abilmente tradotta in beats infernali che hanno la facoltà di muovere le gambe di chi ascolta. Ad essere interpellati sono artisti di nuova generazione come l’inglese Hostage, l’austriaco Felix Mangor e il tedesco Ariel Ueberschall, tutti pronti a ristabilire punti di contatto col passato attraverso suoni moderni. Non mancano gli stessi ideatori, camuffati da Humbert Humbert, che si fanno spazio con suoni fuzz e nu-disco incastonati in sprazzi di sid-music.

-Agnès “Dumbles Dèbut” (Resopal Red): lo definirei inquietante il suono che proviene da questo nuovo Resopal Red: la sovrapposizione di beats quaternari ad ambientazioni glitch-dark rende il disco molto accattivante e particolarmente utile visto il periodo che viviamo. Decisamente poco rumoroso, “Dumbles Dèbut” si rende attraente per alcuni esperimenti che connettono al tessuto della dance le scie tipiche dell’electronica da ascolto esposte da lunghi e riflessivi pads. Tra le più rappresentative segnalo “Lowdown Cycle”, “Personal Dub” e la mistica “Short On D” (registrata in presa diretta) che sfocia in tenebrosi astrattismi a cui ci hanno abituato etichette come Wagon Repair, Trenton e Plak sulla quale l’artista è apparso giusto pochi mesi addietro.

-Black Van “Sound” (Moonbootique): è il misterioso Black Van ad occuparsi di “Sound”, la prima compilation edita dalla label dei Moonbootica considerata una delle pioniere nel genere electro-house. Ad essere centrifugate sono influenze come electro, house, break, funky, disco e dirty-rock che, nel loro insieme, danno vita ad un eccitante mix che terrà ben in vista il vessillo di Moonbootique, nata nel 2001 col preciso fine di allargare (e distruggere dove possibile) i limiti di una dance music per troppo tempo catalogata come merce senz’anima. A presenziare sono pezzi dei Spectre Springs, Moston & Malente, The Coconut Wireless e Maniax oltre ai già citati Moonbootica che, tra “Break Of Light”, “Listen” (remixata da Chab) e “Pretty Little Angel” (riletta da Tomas Barfod) inseriscono le versioni confezionate per “Confidance” del giovane PFunkt e “Kiss & Swallow” di IAMX, progetto dietro cui si cela Chris Corner, il cantante degli Sneaker Pimps.

-Vladislav Delay “Whistleblower” (Huume Recordings): racchiuso nelle grafiche di tipo concettualista ad opera del finnico Kaisa Kemikoski, “Whitleblower” è il nuovo lp di Sasu Ripatti, lo stesso che a volte si lascia apprezzare nelle vesti di Luomo ed Uusitalo. Ritmi arcani e suoni spumeggianti rivelano un animo che dichiara apertamente il suo amore alla musica ambient, a quella che si espone senza mezzi termini in pezzi come “Wanted To (Kill)”, “Stop Talking” ed “I Saw A Polysexual”. A rompere la tranquillità di lunghi pads eterei sono soltanto rintocchi rumoristici ed ombrosi effetti che ricorrono con insistenza nella musica di Delay, l’ideale colonna sonora di un viaggio al centro della Terra. O nell’universo alla ricerca di nuove forme di vita.

-Kevin Saunderson “The Detroit Connection” (Explicit Musick): è la presenza del leggendario Kevin Saunderson ad infoltire la saga dei ricercati Ekspozicija. “The Detroit Connetion” è un tributo alla storica scena d’oltreoceano in cui Saunderson ha svolto ruolo di protagonista insieme agli amici Juan Atkins e Derrick May, considerati nel mondo come gli artefici della techno nonchè dell’arte del remix. Il dj sceglie pezzi di Petter, Bruno Banner & PVH, Rennie Foster, Guy Gerber & Shlomi Aber ed X Press 2 passando per le più indiavolate presenze di Dj Sal, Dj Ogi, Dj Preach e Cocobongo. Poi trova modo d’inserire il remix confezionato per “Who’s Afraid Of Detroit?” di Claude Vonstroke oltre alle sue stesse produzioni come “The Savage And Beyond” e “Bassline” (riletta da Joris Voorn). Sul finale tende a smorzare i toni ricalcando con più forza lo stile attuale della dance music in circolazione e lo fa mediante brani di Mike Shannon, John Dahlbäck, WJ Henze e Pierce che vanno a completare la ricca tracklist (29 tracce) di un set veramente da brivido.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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