In passato sono stati presentati come quattro cialtroni genovesi ma la loro musica, fatta di melodie abilmente roteate su adorabili starnazzi, è un grande punto di forza. Già , perchè gli Ex-Otago, che vanno ad allargare l’allegra brigata di Riotmaker, sono più di un semplice quartetto di giovani scapestrati della riviera ligure. Sull’onda del successo raccolto con “Giorni Vacanzieri” riletta dai Fare $oldi, la band porta al cospetto dell’etichetta di Udine un grande entusiasmo ed una lunga sequela di canzoni fresche ed orecchiabili. Tutto confluisce in “Tanti Saluti”, lavoro farcito da squisita spensieratezza, quella che oggi servirebbe a superare ogni incognita quotidiana. Il disco diviene una sorta di badge che permette di entrare a far parte del colorito mondo degli Ex-Otago, popolato da situazioni e singolari personaggi che davvero in pochi avrebbero preso come punti di riferimento per comporre canzoni. Ed ecco che si passa dal fruttivendolo (“Amato The Greengroler”) ad amici mai dimenticati (“Song For Sasha”), da vacanze adolescenziali (“Robilante”) all’amore per la natura (“Che Tempo Faceva”), tutti coordinati entro la dicitura del ‘pop sbagliato’, quello che Riotmaker ha assunto come baluardo per farsi spazio nel complicato mondo della discografia. “Luisa”, che davvero tanto assomiglia ad un vecchio pezzo dei Clan Of Xymox, lascia poi intravedere quel che la coraggiosa etichetta di Udine vorrebbe proiettare sugli schermi di mezzo mondo, un videoclip dei Duran Duran sulla spiaggia vestiti con improponibili ed inguardabili boxer dai mille colori occupati nell’armeggiare chitarre e tastiere giocattolo. L’inglese maccheronico contribuisce a portare un raggio di sole ancor più luminoso e carico di langley che ben lega con l’icona del vagabondo, per anni visualizzata su carrozzerie di tir e di malandati vespini. Un disco giocoso e pieno di vitalità insomma questo degli Ex-Otago, lievitato su bizzarrie come “Radio Scapolo D’Oro”, “Bar Centrale”, “Senti Come Pompa” e “Going To Panama” in cui chiunque potrebbe trovare un frammento della propria esistenza tra partiture di batteria e fuoriuscite di sano humor.
-Aa.Vv. “Superfreq Express” (Superfreq): sorta dalle ceneri della più vecchia Plink Plonk, Superfreq è la label di Richard West alias Mr. C e Luke VB. Questa prima raccolta è un viaggio a cavallo delle sonorità che l’etichetta londinese promuove sin dalla nascita ed è avvalorata da presenze di buona fattura come Dan Berkson, Adultnapper, James What, Tigerskin, Fuckpony, Alexi Delano, Ralph Sliwinski e gli italiani Eclat & Prudo uniti nel progetto Alfa Romero. I grooves incessanti di Superfreq non lasciano tregua, vibrano e scattano come molle, gonfiano i woofers, riempiono il silenzio e fanno eco con suoni laceranti. Ps: il booklet contiene uno speciale pass che dà diritto all’ingresso, per una persona, in uno dei prossimi eventi marchiati Superfreq.
-Oliver Koletzki “Get Wasted” (Stil Vor Talent): nel 2004 produce, insieme all’amico Pelle Boi e sotto lo pseudonimo La Manie, un pezzo intitolato “Mückenschwarm” che raccoglie pochi consensi. La Cocoon di Sven Väth, intuendone le potenzialità , lo trasforma in soli sei mesi in una hit nota a tutti come “Der Mückenschwarm”. E’ più o meno questo l’inizio della storia di Oliver Koletzki che in due anni è riuscito a remixare di tutto, addirittura i Queen con l’emblematica “Another One Bites The Dust”. Il suo primo album centrifuga elementi trendy in tools saltellanti e rimbalzanti, prodotti insieme ad amici come Martin Eyerer, Kiki, Ziggy Kinder e Florian Meidl. Su tutte metto “Requiem Für Die Vernunft” in cui si scopre l’amore per l’hip-hop, la disco e il funk attraverso chitarre alla Cassius ed un sample di pianoforte che sembra proprio quello di Fargetta (“Music”, cover del classico di John Miles, 1993).
-Francesco Passantino & Dj Gio MC-505 “Un’Antilope In Giardino” (Tractorecords): l’idea di lasciar scorrazzare l’antilope in giardino ci è venuta circa un anno fa: ci sembrava curioso legare il nome di un animale, timido, prudente e che vive allo stato brado al mondo industrializzato ed affogato nel grigio del cemento per rappresentare uno sviluppo sonoro moderno fatto di concatenazioni ritmiche ed un incessante groviglio di suoni cristallini. Tre le versioni: la Viaggio In Asia prende forma intorno a singolari evoluzioni timbriche lasciate oscillare su sincopi, più melodica e pizzicata la Preda Notturna mentre la Terrore Sulla Savana è spiegazzata e decorata con un inserto di vocoder. A ciò si aggiunge il remix di David Keno (noto anche come Vernis) forgiato su riferimenti house, micro e neo-trance e le (splendide) grafiche ad opera di Simonloop e Gab.Gato.
-XCoast “I Feel Free” (Modern Activism Records): estratto dall’album “No East No West” la cui uscita è prevista per il prossimo ottobre, “I Feel Free” è il simbolo di come la Modern Activism s’impegni nell’analizzare nuove forme di suono modernista. “I Feel Free” è un pezzo pop ritagliato entro edits tipici di alcuni esempi sperimentali nati oltre Oceano, poi convogliati in leggiadri beats e in un assolo di chitarra. Varie le rivisitazioni: da quella di Domenico Ferrari (in cui i glitch sono sorretti da pressanti snares) a quella di Flower Field Folkers (imprigionata nei 4/4 arricchiti da evoluzioni deep-house) sino alla dodecafonia di Ziv Jacob e Jean Marc Caimi e ai ritmi ipnotici di Giorgio Gigli, sempre più bravo a dipanare la matassa di un minimalismo fluido ed intenso.
-Andy C/Grooverider “Drum & Bass Arena” (Resist Music): nella prima metà degli anni novanta se ne parlava come un genere che di lì a poco avrebbe potuto prendere il posto della house e della techno o che comunque ne avrebbe influenzato il suo corso. In effetti grazie a gruppi come Apollo 440 ed artisti come Norman Cook il discorso pareva reggere anche se dopo una parentesi durata qualche anno la drum’n’bass è tornata a pulsare solo nei meandri dei clubs specializzati. Con questa nuovissima raccolta edita dalla londinese Resist Music si focalizza l’attenzione proprio sul movimento che ha trovato in personaggi come Goldie e Grooverider i suoi principali sostenitori. Le lunghissime tracklists del doppio cd marchieranno col fuoco il vostro impianto e ciò lo si deve a Dj Clipz, Commix, Omni Trio, Roni Size, Blame, Dj Krome, Misanthrop e al mitico Ed Rush affiancato da Optical e Fierce. Wild beats for your legs.
-Rednose Distrikt “Poes” (Kindred Spirits): il progetto di paternità olandese nato pochi anni fa dalla collaborazione tra Kid Sublime e Steven De Peven torna con un nuovo album, il secondo dopo “Iller Dan Je Ouders” del 2003. Il recente abbandono di Sublime non impedisce l’uscita di “Poes”, un lp pieno zeppo di riferimenti alla house, al lounge, al funk, all’hip-hop, all’r’n’b, alla jungle, al dub, al soul, al broken-beat, al jazz, all’abstract e chi più ne ha più ne metta. Ad aiutare De Peven è Mike Kivits, meglio noto come Aardvarck e membro del collettivo dei Music For Speakers (Vynalogica), co-autore di 21 tracce da ascolto o warm-up a seconda della situazione in cui vi trovate.
-Aa.Vv. “Luxury [Lounge] Ibiza” (Luxury House): con l’avvicinarsi della stagione estiva si moltiplicano le uscite in chiave lounge e chilly. Tra le tante che iniziano ad apparire sugli scaffali dei negozi di dischi c’è questa della tedesca Luxury House selezionata e mixata da Gianni N. (già incontrato con Jérome per “Eivissa”) che si snoda su un nugolo di tracce made in Italy firmate da Domenico Carluccio, Mauro Bizzotto, Christian Carpino e Fabio Fragapane. Immancabile la presenza di Sin Plomo, ormai presenza obbligatoria nelle caldi notti della ‘magic island’, Ibiza.
-Onyx “Groove On” (YoYo): per ironia della sorte il successo di Yanniv Gold Farb arriva solo quando la sua Bionics Records chiude battenti, evento che coincide con l’ingresso in YoYo che manda in stampa “Groove On”, un lavoro potente e dinamico, ricco di quegli spunti che fanno della scena psy-trance una delle più vive del Medio Oriente. Eccitanti collaborazioni con Ofer ‘Oforia’ Dikovski, Felix ‘Time Lock’ Nagorski ed Avi ‘Space Cat’ Algranati rendono ancor più frizzante ed interessante il tracciato di “Groove On” scandito dalle martellanti ritmiche e dai basslines arpeggiati di tracce come “Cinnamon Roll”, “Manpower” e “Step By Step” che davvero nulla ha da spartire con l’omonima hit di Bobby Orlando (Divine).
-Aa.Vv. “Summer Session 07” (Milk & Sugar Recordings): come accade ogni inizio estate già da qualche anno a questa parte i Milk & Sugar ci regalano una nuova session mixata che per l’occasione non si avvale solo di brani legati alla loro label. Rimasti fedeli, per quel che possibile, alla concezione house di un tempo, i due tedeschi iniziano con “Free”, il classico di Ultra Natè di dieci anni fa e proseguono con Hanna Hais, Dennis Ferrer, Candy Williams, Housemates, John Julius Knight e Dave Spoon. Spazio al più spigoloso Fedde Le Grand con “Ah Yeah”, ai redivivi Masters At Work con la popolare “Work” (rimessa a nuovo dagli stessi Milk & Sugar), Yves Murasca con “Saxophobic Satisfaction” (rimaneggiata dal ritrovato Christian Hornbostel) e all’immancabile Bob Sinclar con “Feel For You” rivista da Axwell. Tra tanti brani, che a volte peccano per essere fin troppo ‘cheesy’, anche quello dell’ormai irriconoscibile Henrik B, accompagnato da Terry B, che ripropone “Soulheaven”, il classico house dei The Goodfellas risalente al 2000.
-Ben Mono feat. Capitol A “Beat Box” (Compost): “Beat Box” è il secondo singolo estratto dall’emozionante e creativo “Hit The Bit” che la Compost mette nelle mani di vari remixer. Jesse Rose lo rivede posizionandolo tra house, funky ed hip-hop mentre il londinese Kalbata si diverte a frullare il tutto nel dancehall e breakbeat. Da Seattle arrivano anche i Jacob London (Bob Hansen e Dave Pezzner) portandosi sotto braccio un ottimo esempio di hip-hop moderno frastagliato sul funk. Sarà nei negozi dal 13 luglio.
-Nouvelle Vague “Coming Home” (Stereo Deluxe): Marc Collin dei Nouvelle Vague presenta, in collaborazione con la nota Stereo Deluxe, una raccolta che fa da contenitore ad una lunga parata di soundtracks passate alla storia. Downbeat, jazz, lounge e musica orchestrale: queste le coordinate entro cui si ritrovano preziose testimonianze firmate da celebri musicisti quali Lalo Schifrin, Michel Legrand, Vladimir Cosma, Eric Demarsa e Michel Colombier. Poi, in mezzo ad una vera invasione italiana che si concretizza con le opere di Armando Trovaioli, Piero Umiliani, Nino Rota e il grande Ennio Morricone Collin trova modo d’inserire anche la sua “Armand & Claire” alternandola ad altre presenze di sommo rispetto quali Sakamoto e Vangelis rispettivamente con “Opening Theme” e la triste “La Petite Fille De La Mer”. Semplicemente emozionante.
Electric greetz